Ho scoperto WORDPRESS e sembra interessante.
E siccome non so stare senza smanettare, provare, cambiare... mi ci trasferisco.
Da oggi in poi, segnatevi questo indirizzo:
http://lacasadeldoganiere.wordpress.com
domenica 1 giugno 2008
venerdì 30 maggio 2008
Vecchi riti per vecchi politici
Posto il testo del comunicato stampa dell'opposizione in consiglio comunale che commenta la crisi irreversibile dell'amministrazione Lillo.
Un solo, laconico commento a margine: con questi comportamenti si aiuta una comunità a crescere?
Naturalmente, no; si acuisce invece il divario tra la politica e la Città. Inutile meravigliarsi, poi, soprattutto sotto elezioni, della disaffezione, del dileggio, della depressione che accompagna l'elettore.
UN ANNO PERSO
Finisce ingloriosamente la luna di miele dell'amministrazione Lillo.
Quella che in campagna elettorale era stata raccontata come una compagine unita, forte, decisionista, la sola capace di far impallidire tutte le precedenti amministrazioni, si è dimostrata litigiosa, tentennante, senza idee, incapace di occuparsi dei problemi della nostra Città.
E la mole di problemi irrisolti è sotto gli occhi di tutti.
In appena un anno, il sindaco Lillo, quello che diceva di aver scritto il programma amministrativo in un patto di ferro tra città e maggioranza, ha cambiato 5 assessori e la maggioranza che lo ha portato in Comune, aiutato, in questo tradimento politico, da due consiglieri di minoranza, Giuseppe Depascale e Orazio Scuro. La cui puerile giustificazione (“lo facciamo per il bene della città”) risulta irricevibile ed insultante per chi, come noi, lavora davvero e con serietà dai banchi dell'opposizione, senza chiedere nulla in cambio che non sia la stima e il rispetto dell'intera Comunità santermana.
E' solo un aiuto ad una amministrazione che ha pensato solo e soltanto ai propri interessi, incapace di attirare finanziamenti europei quanto di spendere con oculatezza le risorse interne, che sta portando Santeramo ad uno stato di depressione come mai prima conosciuto.
Un sindaco che ha vissuto di rendita sui progetti (tutti finanziati) lasciatigli in eredità dalla precedente giunta di centrosinistra (il PIS Aree Rupestri con la riqualificazione delle grotte di s. Angelo e dell'ex Enal; la ristrutturazione del Palazzo Marchesale; il nuovo complesso degli uffici comunali sul vecchio mercato coperto; la bottega di Bollenti Spiriti...) e che ha colpevolmente lasciato in mano alle altre città il Piano Strategico “La città murgiana”, unico canale per i finanziamenti europei, facendo rappresentare Santeramo da... professionalità non santermane.
Un vero disastro che racconta della crisi politica irreversibile che colpisce il centro-destra santermano ed il sindaco Lillo in prima persona.
Una crisi che un mero valzer di poltrone non cambierà in una favola.
Per il bene della nostra Città, sindaco Lillo
DIMETTITI
PD Santeramo, La Città in Comune, Italia dei Valori
Un solo, laconico commento a margine: con questi comportamenti si aiuta una comunità a crescere?
Naturalmente, no; si acuisce invece il divario tra la politica e la Città. Inutile meravigliarsi, poi, soprattutto sotto elezioni, della disaffezione, del dileggio, della depressione che accompagna l'elettore.
UN ANNO PERSO
Finisce ingloriosamente la luna di miele dell'amministrazione Lillo.
Quella che in campagna elettorale era stata raccontata come una compagine unita, forte, decisionista, la sola capace di far impallidire tutte le precedenti amministrazioni, si è dimostrata litigiosa, tentennante, senza idee, incapace di occuparsi dei problemi della nostra Città.
E la mole di problemi irrisolti è sotto gli occhi di tutti.
In appena un anno, il sindaco Lillo, quello che diceva di aver scritto il programma amministrativo in un patto di ferro tra città e maggioranza, ha cambiato 5 assessori e la maggioranza che lo ha portato in Comune, aiutato, in questo tradimento politico, da due consiglieri di minoranza, Giuseppe Depascale e Orazio Scuro. La cui puerile giustificazione (“lo facciamo per il bene della città”) risulta irricevibile ed insultante per chi, come noi, lavora davvero e con serietà dai banchi dell'opposizione, senza chiedere nulla in cambio che non sia la stima e il rispetto dell'intera Comunità santermana.
E' solo un aiuto ad una amministrazione che ha pensato solo e soltanto ai propri interessi, incapace di attirare finanziamenti europei quanto di spendere con oculatezza le risorse interne, che sta portando Santeramo ad uno stato di depressione come mai prima conosciuto.
Un sindaco che ha vissuto di rendita sui progetti (tutti finanziati) lasciatigli in eredità dalla precedente giunta di centrosinistra (il PIS Aree Rupestri con la riqualificazione delle grotte di s. Angelo e dell'ex Enal; la ristrutturazione del Palazzo Marchesale; il nuovo complesso degli uffici comunali sul vecchio mercato coperto; la bottega di Bollenti Spiriti...) e che ha colpevolmente lasciato in mano alle altre città il Piano Strategico “La città murgiana”, unico canale per i finanziamenti europei, facendo rappresentare Santeramo da... professionalità non santermane.
Un vero disastro che racconta della crisi politica irreversibile che colpisce il centro-destra santermano ed il sindaco Lillo in prima persona.
Una crisi che un mero valzer di poltrone non cambierà in una favola.
Per il bene della nostra Città, sindaco Lillo
DIMETTITI
PD Santeramo, La Città in Comune, Italia dei Valori
giovedì 29 maggio 2008
Altro ballo, altra dama
Ultime dal Palazzo Municipale.
Una riunione turbolenta nella scorsa notte ha partorito una nuova maggioranza a sostegno (nel senso di sippunt) di sindacolillo: dentro i consiglieri di opposizione Depascale e Scuro (che chiedono in contropartita Urbanistica e Politiche Sociali) e fuori Nuovo PSI (Santoro e l'assessore Giancarlo Cardinale) e Azzurro Popolare (3 consiglieri e due assessori).
Una maggioranza ad undici per un sindaco che ha già le valigie pronte.
Un'altra prova di come la politica si sia imbarbarita e di quanto poco interessi il bene della Città.
Appena ho altre notizie, vi aggiorno.
Nel frattempo, siate felici, se potete.
Una riunione turbolenta nella scorsa notte ha partorito una nuova maggioranza a sostegno (nel senso di sippunt) di sindacolillo: dentro i consiglieri di opposizione Depascale e Scuro (che chiedono in contropartita Urbanistica e Politiche Sociali) e fuori Nuovo PSI (Santoro e l'assessore Giancarlo Cardinale) e Azzurro Popolare (3 consiglieri e due assessori).
Una maggioranza ad undici per un sindaco che ha già le valigie pronte.
Un'altra prova di come la politica si sia imbarbarita e di quanto poco interessi il bene della Città.
Appena ho altre notizie, vi aggiorno.
Nel frattempo, siate felici, se potete.
martedì 27 maggio 2008
Indignarsi
Vi posto, senza commenti, un articolo di Famiglia Cristiana sul clima di xenofobia e violenza che sta crescendo in Italia. Aggiungo solo che lo condivido fino in fondo.
UN PAESE SMARRITO TRA RETORICA E VIOLENZA, TRA BUGIE E MEZZE VERITÀ
IL MEGAFONO DELLA LEGA SULLE PAURE DEGLI ITALIANI
Sulla sicurezza non c'è stato nel nostro Paese un vero dibattito
"Ormai si va avanti tra retorica e violenza, tra bugie e mezze verità. La Lega voleva subito una legge per il reato di immigrazione clandestina, ma sarebbe stato un insulto al Parlamento cambiare il Codice penale per decreto. La violenza si alimenta con proclami xenofobi, per cui a Roma qualcuno devasta negozi gestiti da extracomunitari regolari, e molti, senza indignarsi, ammettono: "Può succedere, ci sono troppi stranieri in città".
Poi ci sono le bugie: non c’è nessun motivo per punire i criminali stranieri con più forza di quelli italiani. E le mezze verità: l’integrazione si fa, ma non si dice; soprattutto non la si codifica in leggi. Il modello veneto, dove maggiore è l’integrazione, è lì a dimostrarlo: da un lato, la Lega accontenta gli industriali per la manodopera; dall’altro, cerca consenso elettorale alimentando la paura.
Sia la Destra che la Sinistra hanno accentuato oltre misura il problema della sicurezza, che è reale. Mesi fa, dopo l’omicidio della Reggiani a Roma, tutti d’accordo a proporre la deportazione in massa dei romeni. La politica s’è fatta il grande megafono delle paure degli italiani, più che sforzarsi di cercare soluzioni concrete, nel rispetto della legalità e dei diritti umani.
Gli immigrati in Italia producono il 9 per cento del Pil (il Prodotto interno lordo), cioè contribuiscono alla ricchezza del Paese. In soldi vuol dire 122 miliardi di euro, quattro volte la manovra necessaria a Tremonti per rimettere in sesto il Paese. Gli italiani lo sanno? Ci sono poi, più o meno, un milione di clandestini che producono un’altra quota consistente del Prodotto nazionale. Si chiamano badanti, ma anche colf, tenute fuori da ogni regolarizzazione. E tra non molto, come faremo con i raccolti delle mele in Trentino o con i pomodori in Campania e Puglia? Ci preoccupiamo se chi raccoglie è clandestino o regolare?
Il ragionamento sulla sicurezza si sgretola alla prova dei fatti. È più sicura una città senza immigrati o Roma, dove si rischia di morire, ogni sera, travolti da "pazzi" italiani ubriachi o drogati al volante? È più sicuro un territorio senza extracomunitari o intere regioni in mano a mafia e camorra? Se la sicurezza è un problema così assillante, perché in questi anni nessun volonteroso cittadino, gruppo o associazione hanno programmato ronde contro i camion della camorra e le discariche abusive? Solo i Rom, invece, sembrano responsabili di tutti i guai italiani!
Un vero dibattito sul pacchetto sicurezza non c’è stato. Forse, per soggezione verso la Lega? Solo i cattolici hanno parlato chiaro, contro chi indica i "mostri" da eliminare. Diamo atto al sottosegretario alla famiglia, Carlo Giovanardi, d’essere stato l’unico nel Governo a dire che il reato di immigrazione clandestina è una follia (vedremo se voterà con coerenza), ma gli altri cattolici, Rotondi, Scajola e Gianni Letta, non hanno nulla da dire? Neanche di fronte al rischio che l’ossessione si trasformi in un’isteria collettiva e che la situazione sfugga di mano alle istituzioni? Con le ronde si sa dove si comincia, ma non dove si finisce.
Intanto, la minaccia di reato per l’immigrazione clandestina non ha scoraggiato gli sbarchi. Sono troppi nel mondo a partire perché non sono più sicuri nel loro Paese. Le nazioni ricche si preoccupano della propria sicurezza, ma il nostro sistema economico globale, rende incerta e impossibile la vita di molte popolazioni. Che, per necessità, vengono a mangiare almeno le briciole che cadono dalla nostra tavola."
Famiglia Cristiana. Rubrica "In famiglia-primo piano"
UN PAESE SMARRITO TRA RETORICA E VIOLENZA, TRA BUGIE E MEZZE VERITÀ
IL MEGAFONO DELLA LEGA SULLE PAURE DEGLI ITALIANI
Sulla sicurezza non c'è stato nel nostro Paese un vero dibattito
"Ormai si va avanti tra retorica e violenza, tra bugie e mezze verità. La Lega voleva subito una legge per il reato di immigrazione clandestina, ma sarebbe stato un insulto al Parlamento cambiare il Codice penale per decreto. La violenza si alimenta con proclami xenofobi, per cui a Roma qualcuno devasta negozi gestiti da extracomunitari regolari, e molti, senza indignarsi, ammettono: "Può succedere, ci sono troppi stranieri in città"
Poi ci sono le bugie: non c’è nessun motivo per punire i criminali stranieri con più forza di quelli italiani. E le mezze verità: l’integrazione si fa, ma non si dice; soprattutto non la si codifica in leggi. Il modello veneto, dove maggiore è l’integrazione, è lì a dimostrarlo: da un lato, la Lega accontenta gli industriali per la manodopera; dall’altro, cerca consenso elettorale alimentando la paura.
Sia la Destra che la Sinistra hanno accentuato oltre misura il problema della sicurezza, che è reale. Mesi fa, dopo l’omicidio della Reggiani a Roma, tutti d’accordo a proporre la deportazione in massa dei romeni. La politica s’è fatta il grande megafono delle paure degli italiani, più che sforzarsi di cercare soluzioni concrete, nel rispetto della legalità e dei diritti umani.
Gli immigrati in Italia producono il 9 per cento del Pil (il Prodotto interno lordo), cioè contribuiscono alla ricchezza del Paese. In soldi vuol dire 122 miliardi di euro, quattro volte la manovra necessaria a Tremonti per rimettere in sesto il Paese. Gli italiani lo sanno? Ci sono poi, più o meno, un milione di clandestini che producono un’altra quota consistente del Prodotto nazionale. Si chiamano badanti, ma anche colf, tenute fuori da ogni regolarizzazione. E tra non molto, come faremo con i raccolti delle mele in Trentino o con i pomodori in Campania e Puglia? Ci preoccupiamo se chi raccoglie è clandestino o regolare?
Il ragionamento sulla sicurezza si sgretola alla prova dei fatti. È più sicura una città senza immigrati o Roma, dove si rischia di morire, ogni sera, travolti da "pazzi" italiani ubriachi o drogati al volante? È più sicuro un territorio senza extracomunitari o intere regioni in mano a mafia e camorra? Se la sicurezza è un problema così assillante, perché in questi anni nessun volonteroso cittadino, gruppo o associazione hanno programmato ronde contro i camion della camorra e le discariche abusive? Solo i Rom, invece, sembrano responsabili di tutti i guai italiani!
Un vero dibattito sul pacchetto sicurezza non c’è stato. Forse, per soggezione verso la Lega? Solo i cattolici hanno parlato chiaro, contro chi indica i "mostri" da eliminare. Diamo atto al sottosegretario alla famiglia, Carlo Giovanardi, d’essere stato l’unico nel Governo a dire che il reato di immigrazione clandestina è una follia (vedremo se voterà con coerenza), ma gli altri cattolici, Rotondi, Scajola e Gianni Letta, non hanno nulla da dire? Neanche di fronte al rischio che l’ossessione si trasformi in un’isteria collettiva e che la situazione sfugga di mano alle istituzioni? Con le ronde si sa dove si comincia, ma non dove si finisce.
Intanto, la minaccia di reato per l’immigrazione clandestina non ha scoraggiato gli sbarchi. Sono troppi nel mondo a partire perché non sono più sicuri nel loro Paese. Le nazioni ricche si preoccupano della propria sicurezza, ma il nostro sistema economico globale, rende incerta e impossibile la vita di molte popolazioni. Che, per necessità, vengono a mangiare almeno le briciole che cadono dalla nostra tavola."
Famiglia Cristiana. Rubrica "In famiglia-primo piano"
lunedì 26 maggio 2008
Italiani: una faccia, una razza
Non riesco a mandar giù l'ipocrisia dei politici di destra, in particolar modo degli ex-post fascisti, di fronte alle violenze xenofobe che si succedono, sempre più frequenti, sempre più feroci da alcuni mesi. Perfino il sindaco di Roma ha ceduto allo scaricabarile, suggerito in diretta TG2 dal ministro Gasparri, sulla mollezza (suggerirei ai tipi il termine "panciafichisti") della sinistra che non manganella, non brucia campi nomadi, non cede alle ronde leghiste.
Certo, ha visitato i negozi devastati, promesso rimborsi e condannato tutte le violenze, "anche quelle di sinistra", ha detto.
Venti persone che, svastiche sul braccio, devastano con mazze negozi e vetrine, pestano a sangue un immigrato per dare una lezione agli stranieri, non sono l'evidente rialzare la testa del razzismo italico ma semplice delinquenza; anzi, una risposta ad un furto di portafoglio subito da un onesto indigeno del Pigneto che ha deciso di farsi giustizia da sé.
Insomma, colpa alle vittime, buffetto ai venti neonazisti.
E, tanto perché il messaggio giungesse diretto e senza equivoci, ecco il pestaggio di un giornalista web romano, reo di essere omosessuale.
Capisco sia dura dover ammettere che vi è, oggi, in Italia, una emergenza xenofobia che è strettamente legata alle radici fasciste di alcuni dei personaggi che ci governano e che, per vincere le elezioni, hanno soffiato sul pericolo stranieri per anni, con l'aiuto di media locali e nazionali.
Ma è così. E prima ce ne facciamo un ragione, prima potremo rimettere in moto i valori della solidarietà, della fratellanza, della comunità di diritti e doveri.
Chi soffia sul fuoco sa che nascerà un incendio.
Quanti di voi sanno cosa fosse "Der Sturmer"?
Certo, ha visitato i negozi devastati, promesso rimborsi e condannato tutte le violenze, "anche quelle di sinistra", ha detto.
Venti persone che, svastiche sul braccio, devastano con mazze negozi e vetrine, pestano a sangue un immigrato per dare una lezione agli stranieri, non sono l'evidente rialzare la testa del razzismo italico ma semplice delinquenza; anzi, una risposta ad un furto di portafoglio subito da un onesto indigeno del Pigneto che ha deciso di farsi giustizia da sé.
Insomma, colpa alle vittime, buffetto ai venti neonazisti.
E, tanto perché il messaggio giungesse diretto e senza equivoci, ecco il pestaggio di un giornalista web romano, reo di essere omosessuale.
Capisco sia dura dover ammettere che vi è, oggi, in Italia, una emergenza xenofobia che è strettamente legata alle radici fasciste di alcuni dei personaggi che ci governano e che, per vincere le elezioni, hanno soffiato sul pericolo stranieri per anni, con l'aiuto di media locali e nazionali.
Ma è così. E prima ce ne facciamo un ragione, prima potremo rimettere in moto i valori della solidarietà, della fratellanza, della comunità di diritti e doveri.
Chi soffia sul fuoco sa che nascerà un incendio.
Quanti di voi sanno cosa fosse "Der Sturmer"?
sabato 24 maggio 2008
Ancora sulla crisi di "Divania"
Vi giro l'invito al convegno, promosso dal PD santermano, sulla crisi del settore del mobile imbottito nel nostro territorio. Nella speranza che si cominci a parlare con serietà di quello che sta accadendo e del futuro temibile che ci attende.
Finora, nelle occasioni pubbliche di dibattito sono mancati gli attori principali: i lavoratori. Che qualcuno dipinge apatici, utilitaristi e ingordi. Ma che io credo sfiduciati.
Se potete, fate girare l'invito tra questi ultimi.
Finora, nelle occasioni pubbliche di dibattito sono mancati gli attori principali: i lavoratori. Che qualcuno dipinge apatici, utilitaristi e ingordi. Ma che io credo sfiduciati.
Se potete, fate girare l'invito tra questi ultimi.
lunedì 26 maggio 2008
ore 19, Sala Alfia, Hotel Sole di Puglia, Santeramo in Colle
incontro sul tema:
“CRISI DEL SALOTTO: ANALISI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO”
intervengono:
Sandro Frisullo
Vice Presidente della G.R. Pugliese, Assessore alle Attività Produttive
Vincenzo Divella
Presidente Provincia
On. Dario Ginefra
Parlamentare e Segretario provinciale PD
On. Ludovico Vico
Parlamentare PD, Commissione Attività Produttive della Camera
Mario Loizzo
Assessore Regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture
Gianna Mastrini
Assessore provinciale alle attività produttive
Vito Lillo
Sindaco di Santeramo
Antonella Maiellaro
Resp. del settore della Confindustria di Bari
CGIL, CISL e UIL
Rappresentanti delle Segreterie Regionali
venerdì 23 maggio 2008
giovedì 22 maggio 2008
Tiene famiglia
E' durata pochissimo la pax tra governo ed opposizione. A farla venir meno è stato il tentativo nascosto di far passare, nel decreto salva infrazioni comunitarie in tema di frequenze tv, una moratoria che salvasse Rete4 dal trasferimento sul satellite.
Complice il nuovo presidente della camera che ha ritenuto presentabile, in via eccezionale, l'emendamento.
Con buona pace di chi credeva giunto il tempo degli agnelli che bevono alla stessa fonte dei lupi.
Il conflitto di interessi soffoca da decenni la nostra politica: tra editti bulgari, intimidazioni, cause civili per miliardi di euro intentate contro chi osa sollevare dubbi, sbertucciamento degli onesti su tutte le tv nazionali e locali, giornalisti culturalmente modesti sdraiati sulle posizioni del re, programmi zeppi di pubblicità e di inviti ad acquistare per essere qualcuno, si sono perse le velleità democratiche di molti di noi. Smarrite in un bazar di cianfrusaglie passato per expo.
DiPietro ha dato voce alle trombe dell'indignazione, seguito a ruota dal PD e, pensa un po' tu, dall'on. Luciano Dussin (Lega) preoccupato dal venir meno del clima di concordia nazionale.
Della qual cosa siamo tutti preoccupati.
Ma, in cuor nostro ipocritamente felici che si sia tornato a parlare di democrazia ed onestà.
Valori in disuso che alcuni di noi portano, con ostentazione, sul bavero della giacca.
E che si sia toccato un nervo scoperto lo dimostra la querela, con allegata milionaria richiesta di danni, annunciata dal presidente di Mediaset contro l'on. Zaccaria che nel suo intervento parlamentare ha ricordato le implicazioni borsistiche del blitz pro Rete4.
La solita strategia che punta a spaventare e chiudere la bocca all'intelligenza.
Adesso si spiega quell'alzare gli scudi contro Travaglio...
Complice il nuovo presidente della camera che ha ritenuto presentabile, in via eccezionale, l'emendamento.
Con buona pace di chi credeva giunto il tempo degli agnelli che bevono alla stessa fonte dei lupi.
Il conflitto di interessi soffoca da decenni la nostra politica: tra editti bulgari, intimidazioni, cause civili per miliardi di euro intentate contro chi osa sollevare dubbi, sbertucciamento degli onesti su tutte le tv nazionali e locali, giornalisti culturalmente modesti sdraiati sulle posizioni del re, programmi zeppi di pubblicità e di inviti ad acquistare per essere qualcuno, si sono perse le velleità democratiche di molti di noi. Smarrite in un bazar di cianfrusaglie passato per expo.
DiPietro ha dato voce alle trombe dell'indignazione, seguito a ruota dal PD e, pensa un po' tu, dall'on. Luciano Dussin (Lega) preoccupato dal venir meno del clima di concordia nazionale.
Della qual cosa siamo tutti preoccupati.
Ma, in cuor nostro ipocritamente felici che si sia tornato a parlare di democrazia ed onestà.
Valori in disuso che alcuni di noi portano, con ostentazione, sul bavero della giacca.
E che si sia toccato un nervo scoperto lo dimostra la querela, con allegata milionaria richiesta di danni, annunciata dal presidente di Mediaset contro l'on. Zaccaria che nel suo intervento parlamentare ha ricordato le implicazioni borsistiche del blitz pro Rete4.
La solita strategia che punta a spaventare e chiudere la bocca all'intelligenza.
Adesso si spiega quell'alzare gli scudi contro Travaglio...
mercoledì 21 maggio 2008
Azzuffatina
Giunta con azzuffatina, direbbe Montalbano dell'incontro dell'esecutivo santermano di ieri.
I malumori sono tanti e non si curano più di abbassare la voce.
Nè di restare nell'ombra, come recita il manuale del perfetto amministratore.
E così si può assistere a code di consiglieri di maggioranza che richiedono copie integrali delle delibere di giunta; a consiglieri che, come statue del Madame Tussaud, presidiano i punti caldi dell'amministrare cittadino e, come piccole vedette lombarde, tengono alto l'onore dei partiti di provenienza; assessori che, con troller al seguito, vagano per gli uffici fotocopiando a più non posso...
Una lapstik in salsa santermana che capisco facciate fatica a credere vera. Ma è vera.
Con tanto di dixieland in sottofondo.
Visti i tempi che ci è dato attraversare, meglio farsi due sane risate.
Meglio, sì.
Altrimenti, sai che cabasisi...
I malumori sono tanti e non si curano più di abbassare la voce.
Nè di restare nell'ombra, come recita il manuale del perfetto amministratore.
E così si può assistere a code di consiglieri di maggioranza che richiedono copie integrali delle delibere di giunta; a consiglieri che, come statue del Madame Tussaud, presidiano i punti caldi dell'amministrare cittadino e, come piccole vedette lombarde, tengono alto l'onore dei partiti di provenienza; assessori che, con troller al seguito, vagano per gli uffici fotocopiando a più non posso...
Una lapstik in salsa santermana che capisco facciate fatica a credere vera. Ma è vera.
Con tanto di dixieland in sottofondo.
Visti i tempi che ci è dato attraversare, meglio farsi due sane risate.
Meglio, sì.
Altrimenti, sai che cabasisi...
martedì 20 maggio 2008
Oggi come ieri?
"Sudici, pigri, infidi, disonesti: i peggiori stereotipi legati all'immagine degli zingari circolarono tanto più diffusamente nella Germania hitleriana, quanto più l'ideologia nazista era fondata sul mito della purezza della razza e sull'incubo rappresentato dai cosiddetti asociali. Alla prova dei fatti, i pregiudizi negativi non mancarono di tradursi in pratiche discrminatorie e persecutorie."
E' l'inizio della recensione di Sergio Luzzatto al libro "La persecuzione nazista degli zingari" di Guenter Lewy (Einaudi Editore), uno studio approfondito e documentato sui meccanismi ideologici e politici che portarono decine di migliaia di zingari europei a morire nei campi di sterminio.
La figura del gitano ha sempre tenuto insieme due sentimenti contrapposti: quello romantico del senza confini, ribelle quanto basta per far sognare e astuto sfruttatore dei ricchi; quello poliziesco del furfante, assassino, ladro di bambini e cavalli, uomo senza scrupoli abile col coltello.
Nella memoria di molti adulti di oggi è incisa profondamente la frase, detta dalle mamme e dalle nonne durante capricci interminabili: se non la smetti ti dò agli zingari!
Frase che ha nutrito secoli e secoli di pregiudizi e paure.
E che sarà presente nelle agitate notti di leghisti e fascisti al governo di questa Italia dimentica di quanto subìto in America agli inizi del Novecento (leggere G.A. Stella, L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi).
Anche se non sembrano inventarsi nulla di nuovo se, nel 1899, in Baviera, viene istituito un ufficio di coordinamento degli interventi contro gli zingari, con il compito di segnalarne la presenza sul territorio, controllarne i documenti, le proprietà, fotografarli e schedarli.
Per deportarli, via, lontano dalle civili Germania ed Austria.
Così, oggi, gli zingari sono tornati ad essere un problema di polizia.
E se ne propone la deportazione oltre gli italici confini.
Come ieri.
Come sempre.
E' l'inizio della recensione di Sergio Luzzatto al libro "La persecuzione nazista degli zingari" di Guenter Lewy (Einaudi Editore), uno studio approfondito e documentato sui meccanismi ideologici e politici che portarono decine di migliaia di zingari europei a morire nei campi di sterminio.
La figura del gitano ha sempre tenuto insieme due sentimenti contrapposti: quello romantico del senza confini, ribelle quanto basta per far sognare e astuto sfruttatore dei ricchi; quello poliziesco del furfante, assassino, ladro di bambini e cavalli, uomo senza scrupoli abile col coltello.
Nella memoria di molti adulti di oggi è incisa profondamente la frase, detta dalle mamme e dalle nonne durante capricci interminabili: se non la smetti ti dò agli zingari!
Frase che ha nutrito secoli e secoli di pregiudizi e paure.
E che sarà presente nelle agitate notti di leghisti e fascisti al governo di questa Italia dimentica di quanto subìto in America agli inizi del Novecento (leggere G.A. Stella, L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi).
Anche se non sembrano inventarsi nulla di nuovo se, nel 1899, in Baviera, viene istituito un ufficio di coordinamento degli interventi contro gli zingari, con il compito di segnalarne la presenza sul territorio, controllarne i documenti, le proprietà, fotografarli e schedarli.
Per deportarli, via, lontano dalle civili Germania ed Austria.
Così, oggi, gli zingari sono tornati ad essere un problema di polizia.
E se ne propone la deportazione oltre gli italici confini.
Come ieri.
Come sempre.
lunedì 19 maggio 2008
Cosa nostra
E' un documento tutto rivolto agli interessi delle aziende, quello che ha visto la luce venerdì scorso a Matera.
Eppure, in mattinata, durante la seduta allargata del consiglio comunale di Santeramo, tutti i Sindaci intervenuti hanno sparato ad alzo zero contro le pretese delle aziende produttrici di divani della murgia barese-tarantina di considerarsi soli ed unici soggetti in questa lunga e pericolosa crisi del settore.
Come sempre accade a DivanCity, i lavoratori sono un mero orpello.
E mentre tutti si sbracciano contro la cassa integrazione selvaggia e senza prospettive di rientro avviata dalla Natuzzi SpA, sui tavoli che contano, dove le scacchiere politiche "nazionali" contano più di 2400 vite, si accetta un'analisi della crisi modestissima e di parte.
Dal documento, salvo veloci e scarni richiami alle preoccupazioni dei sindaci, è sparito il termine lavoratore sostituito (ah... le temps, recitava il poeta!) da quello azienda.
Che chiede, come sempre ha fatto, soldi e sgravi al governo senza presentare uno straccio di piano aziendale per il futuro dell'intera area.
E mai che una sola lira di quei finanziamenti sia andata al futuro dei lavoratori.
Oggi, con la situazione precipitata ad un punto di pericoloso non ritorno, le aziende chiamano a raccolta la politica perché si faccia carico delle loro esigenze.
Ancora una volta, la palla alla politica.
La Regione Puglia, finalmente, ha risposto che, senza piano industriale, niente soldi, solo ammortizzatori per i lavoratori.
Una posizione seria che contrasta con le strane resistenze delle aziende a rendere pubbliche le strategie per il futuro.
Sentiremo le opinioni del governo e dei suoi numerosi sottosegretari.
E, se saremo fortunati, anche quelle dell'informazione pubblica.
E, in tutto questo vociare, i lavoratori e le famiglie, ancora una volta, assistono a quello che altri decideranno sul loro futuro.
Eppure, in mattinata, durante la seduta allargata del consiglio comunale di Santeramo, tutti i Sindaci intervenuti hanno sparato ad alzo zero contro le pretese delle aziende produttrici di divani della murgia barese-tarantina di considerarsi soli ed unici soggetti in questa lunga e pericolosa crisi del settore.
Come sempre accade a DivanCity, i lavoratori sono un mero orpello.
E mentre tutti si sbracciano contro la cassa integrazione selvaggia e senza prospettive di rientro avviata dalla Natuzzi SpA, sui tavoli che contano, dove le scacchiere politiche "nazionali" contano più di 2400 vite, si accetta un'analisi della crisi modestissima e di parte.
Dal documento, salvo veloci e scarni richiami alle preoccupazioni dei sindaci, è sparito il termine lavoratore sostituito (ah... le temps, recitava il poeta!) da quello azienda.
Che chiede, come sempre ha fatto, soldi e sgravi al governo senza presentare uno straccio di piano aziendale per il futuro dell'intera area.
E mai che una sola lira di quei finanziamenti sia andata al futuro dei lavoratori.
Oggi, con la situazione precipitata ad un punto di pericoloso non ritorno, le aziende chiamano a raccolta la politica perché si faccia carico delle loro esigenze.
Ancora una volta, la palla alla politica.
La Regione Puglia, finalmente, ha risposto che, senza piano industriale, niente soldi, solo ammortizzatori per i lavoratori.
Una posizione seria che contrasta con le strane resistenze delle aziende a rendere pubbliche le strategie per il futuro.
Sentiremo le opinioni del governo e dei suoi numerosi sottosegretari.
E, se saremo fortunati, anche quelle dell'informazione pubblica.
E, in tutto questo vociare, i lavoratori e le famiglie, ancora una volta, assistono a quello che altri decideranno sul loro futuro.
mercoledì 14 maggio 2008
Le Città murgiane si incontrano
Santeramo ospiterà venerdì 16 il Consiglio intercomunale per discutere dello "Stato di crisi del settore del mobile imbottito -esame situazione complessiva anche alla luce delle recentissime decisione di nuova cassa integrazione ordinaria- approvazione documento di impegno e di sostegno". Convocata simultaneamente dal sindaco e dai consiglieri di opposizione di Santeramo, questa seduta politico-istituzionale davvero insolita per la nostra Città proverà a far sentire forte la voce unica del territorio murgiano, preoccupato per il suo futuro lavorativo ed economico.
Alla seduta parteciperanno i Comuni di Altamura, Laterza, Gravina e Ginosa.
Inizio alle ore 10 presso l'auditorium dell'ITC Dell'Andro (via P. Sette).
In serata, poi, Matera terrà il proprio Consiglio comunale, al quale ha invitato i Sindaci dei Comuni pugliesi.
Una giornata, insomma, interamente dedicata alla crisi del divano.
E, soprattutto, ai lavoratori, che sono quelli che rischiano di più.
Chi può, non manchi all'appuntamento di venerdì 16 e diffonda l'invito a far sentire alta e forte la voce della popolazione murgiana.
Su la testa!
Alla seduta parteciperanno i Comuni di Altamura, Laterza, Gravina e Ginosa.
Inizio alle ore 10 presso l'auditorium dell'ITC Dell'Andro (via P. Sette).
In serata, poi, Matera terrà il proprio Consiglio comunale, al quale ha invitato i Sindaci dei Comuni pugliesi.
Una giornata, insomma, interamente dedicata alla crisi del divano.
E, soprattutto, ai lavoratori, che sono quelli che rischiano di più.
Chi può, non manchi all'appuntamento di venerdì 16 e diffonda l'invito a far sentire alta e forte la voce della popolazione murgiana.
Su la testa!
Ps. ho inviato una mail ad Anno Zero, nella speranza che raccolga il nostro bisogno di essere visibili. Ed ascolti la nostra storia lunga trent'anni.
martedì 13 maggio 2008
Se vi sembran pochi...
Qualcosa non funziona nel mondo dell'informazione nazionale. Se per duemila lavoratori di Malpensa è caduto un governo, ha avuto un exploit la Lega Nord e nascono come funghi cordate in aiuto di una crisi irreversibile, per la crisi del settore del divano, nella nostra area appulo-lucana, non si è mosso nulla di così importante. Ed i numeri di un disastro annunciato sono di cinque volte maggiori rispetto al lombardo.
Alle preoccupazioni sindacali e dei lavoratori hanno risposto solo le Istituzioni locali e regionali.
Assenti le testate giornalistiche nazionali, i programmi televisivi di inchiesta giornalistica, i talk show, insomma tutto quello che in Italia fa informazione.
Una cappa di silenziosa indifferenza, quasi le braccia e le menti dei nostri operai valgano meno, molto meno dei lavoratori padani.
Dovrebbe servire a rompere questo silenzio l'iniziativa presa dai sindaci del territorio di incontrarsi, insieme ai consigli comunali ed alle Istituzioni lucana e pugliese, in un consiglio intercomunale da tenersi a Matera, probabilmente venerdì 16 maggio.
Lanciando tutti insieme un grido di preoccupazione per quella che potrebbe diventare, senza adeguati interventi, una vera catastrofe per l'area della Murgia barese-tarantina-materana.
Il comunicato diramato dalle OO.SS. della Natuzzi SpA il 9 maggio scorso chiama direttamente in causa la principale azienda produttrice di divani, accusata di non volere divulgare il piano industriale, nonostante la Regione Puglia lo richiami a gran voce per concordare, insieme all'azienda, gli interventi necessari.
L'assenza, o meglio la difficoltà a rendere pubblico il piano industriale lascia dubbiosi sindacati, lavoratori e politica.
Ed il timore, neppure tanto nascosto, è che l'azienda voglia liberarsi definitivamente di migliaia di lavoratori senza pagarne il fio, trasformandosi in una azienda di concept e marketing per la produzione di divani. Soluzione che non necessita, per realizzarsi, di più di cinquecento lavoratori.
Una soluzione "moderna" che lascia sul territorio solo il made in Italy.
Un patrimonio di conoscenze costruito con l'apporto di oltre 15mila lavoratori che viene messo da parte.
Per questi numeri, altrove si sarebbe mosso un mondo intero.
Per molto meno, è caduto un governo.
Dovremmo tutti alzare la voce e far sentire il disagio che ci sta corrodendo dentro.
Nell'incontro con il Sindaco di Santeramo di venerdì scorso ho proposto di mostrare, forte, la dignità delle Istituzioni Locali, spingendo la Natuzzi SpA, nello specifico, e le altre imprese produttrici ad assumersi in prima persona le responsabilità che gli competono.
Perché il territorio, con gli uomini e le donne che lo hanno fatto crescere, non può essere solo una mucca da mungere, ma un patrimonio di sapere da difendere.
Ed ho proposto di acquistare, i Comuni insieme, una pagina intera del Corriere della Sera dove raccontare la paura per il presente e la preoccupazione per il futuro di circa 10mila famiglie.
Lanciando, così, la crisi del divano sul piano nazionale.
Ad oggi, nessuna delle due proposte sembrano sul tavolo dei Sindaci.
Chissà se nel consiglio intercomunale avrò modo di riproporle.
Ps. Questa mattina i consiglieri comunali all'opposizione di Santeramo hanno protocollato una richiesta di convocazione del consiglio comunale con all'OdG la discussione sulla Cassa integrazione alla Natuzzi e sulla crisi del settore. Serve un pronunciamento forte della nostra Città visto che, a Matera, più che una testimonianza non è possibile.
Alle preoccupazioni sindacali e dei lavoratori hanno risposto solo le Istituzioni locali e regionali.
Assenti le testate giornalistiche nazionali, i programmi televisivi di inchiesta giornalistica, i talk show, insomma tutto quello che in Italia fa informazione.
Una cappa di silenziosa indifferenza, quasi le braccia e le menti dei nostri operai valgano meno, molto meno dei lavoratori padani.
Dovrebbe servire a rompere questo silenzio l'iniziativa presa dai sindaci del territorio di incontrarsi, insieme ai consigli comunali ed alle Istituzioni lucana e pugliese, in un consiglio intercomunale da tenersi a Matera, probabilmente venerdì 16 maggio.
Lanciando tutti insieme un grido di preoccupazione per quella che potrebbe diventare, senza adeguati interventi, una vera catastrofe per l'area della Murgia barese-tarantina-materana.
Il comunicato diramato dalle OO.SS. della Natuzzi SpA il 9 maggio scorso chiama direttamente in causa la principale azienda produttrice di divani, accusata di non volere divulgare il piano industriale, nonostante la Regione Puglia lo richiami a gran voce per concordare, insieme all'azienda, gli interventi necessari.
L'assenza, o meglio la difficoltà a rendere pubblico il piano industriale lascia dubbiosi sindacati, lavoratori e politica.
Ed il timore, neppure tanto nascosto, è che l'azienda voglia liberarsi definitivamente di migliaia di lavoratori senza pagarne il fio, trasformandosi in una azienda di concept e marketing per la produzione di divani. Soluzione che non necessita, per realizzarsi, di più di cinquecento lavoratori.
Una soluzione "moderna" che lascia sul territorio solo il made in Italy.
Un patrimonio di conoscenze costruito con l'apporto di oltre 15mila lavoratori che viene messo da parte.
Per questi numeri, altrove si sarebbe mosso un mondo intero.
Per molto meno, è caduto un governo.
Dovremmo tutti alzare la voce e far sentire il disagio che ci sta corrodendo dentro.
Nell'incontro con il Sindaco di Santeramo di venerdì scorso ho proposto di mostrare, forte, la dignità delle Istituzioni Locali, spingendo la Natuzzi SpA, nello specifico, e le altre imprese produttrici ad assumersi in prima persona le responsabilità che gli competono.
Perché il territorio, con gli uomini e le donne che lo hanno fatto crescere, non può essere solo una mucca da mungere, ma un patrimonio di sapere da difendere.
Ed ho proposto di acquistare, i Comuni insieme, una pagina intera del Corriere della Sera dove raccontare la paura per il presente e la preoccupazione per il futuro di circa 10mila famiglie.
Lanciando, così, la crisi del divano sul piano nazionale.
Ad oggi, nessuna delle due proposte sembrano sul tavolo dei Sindaci.
Chissà se nel consiglio intercomunale avrò modo di riproporle.
Ps. Questa mattina i consiglieri comunali all'opposizione di Santeramo hanno protocollato una richiesta di convocazione del consiglio comunale con all'OdG la discussione sulla Cassa integrazione alla Natuzzi e sulla crisi del settore. Serve un pronunciamento forte della nostra Città visto che, a Matera, più che una testimonianza non è possibile.
lunedì 12 maggio 2008
La prima intervista del nuovo sindaco di Roma
Che colpo mediatico, la prima intervista di Alemanno sindaco della Capitale. Sono capitato casualmente sul sito dell'inglese Timesonline ed ho trovato un titolo che mi ha fatto trasalire: "Italy needed fascism says the new Duce".
Ve lo giro così come l'ho trovato. Giudicate voi.
From The Sunday Times
May 11, 2008
Italy needed fascism, says the new Duce
His rise has prompted fears of a far-right revival, but Gianni Alemanno, the mayor of Rome, says he is no bogeyman
John Follain
The new mayor of Rome, a former neo-fascist, has praised Benito Mussolini as an inspired architect who modernised Italy.
The election of Gianni Alemanno, 50, has prompted fears of a fascist revival because he once led the neo-fascist Italian Social Movement (MSI). His arrival at the city hall was celebrated by a crowd giving the fascist salute and chanting, “Duce! Duce!” – the title used by Mussolini, who ruled Italy between 1922-43.
Speaking to The Sunday Times in his office overlooking the Forum, Alemanno was at pains to deny in his first interview with a foreign newspaper that he was “a fascist or an ex-fascist or a postfascist”.
A wiry, energetic figure, he explained: “The left describes me as a bogeyman, a nasty Blackshirt, but that’s a complete lie.
“People calling me ‘Duce’ makes me laugh. I’m not at all fascist and I think that today the word belongs to the history books. I’ve grown to hate all forms of totalitarianism, whether of the left or of the right.
“I’ve never described myself as fascist, even when I was young, but in the 1970s and 1980s we on the right believed fascism was substantially positive. Now we realise it was totalitarian and generally negative, it has to be condemned.”
Asked whether he still sees anything positive in the fascist legacy, he replied: “What’s historically positive is the process of modernisation – fascism was fundamental to modernising Italy. The regime reclaimed much marshland; it set up the country’s infrastructure.” Mussolini drained the malaria-infested swamps, allowing peasants to work the land.
Alemanno praised a district south of Rome, which Mussolini built as a symbol of fascism, calling it an example of “architecture that was part of the modernisation process and gave importance to Italy’s cultural identity”. The EUR district’s monumental style, built for an international exhibition that was abandoned because of the war, was modelled on that of ancient Rome.
Alemanno spoke as Silvio Berlusconi, 71, the media tycoon, was sworn in for a third term as prime minister, heading one of Italy’s most conservative governments since the second world war. Among them is Mara Carfagna, 32, a former television showgirl, who is equal opportunities minister and one four new women ministers.
An officer’s son, Alemanno became politically involved at 13 and later fought street battles with left-wing opponents. He was arrested in 1981 for beating up a student with four other neo-fascists wielding baseball bats; in 1982 for throwing a Molotov cocktail at the Soviet embassy; and in 1989 for trying to block the motorcade of the first President George Bush. Each time he was acquitted.
During the interview, Alemanno came closer than before to saying he was guilty of all three incidents. At first he said they were marginal and he had been acquitted. Questioned about whether he regretted the episodes, however, he answered: “Of course if I had to go through those years again I wouldn’t do those things again, despite the fact there was a civil war going on at the time.”
He pointed to a scar on his upper lip. “One guy threw a punch and split my lip. But far more serious than this scar is the fact that many activist friends of mine were killed by left-wing activists.”
Alemanno went on to become part of the conservative National Alliance party’s most right-wing faction. An MP for 14 years, he served as agriculture minister during Berlusconi’s last term of office without attracting controversy. However, his campaign against Franco Rutelli, the centre-left former mayor, with its emphasis on crime and immigration, prompted accusations that he was playing the race card.
“I realise people may think I’m being harsh, but in Rome we’re living through an emergency; we have to regain total control of the territory,” he said.
“In the south of Italy the problem is the mafia. In Rome the problem is immigration: there’s a large group of desperate people who survive in dodgy ways.”
He wants to expel 20,000 foreign criminals. “We have to put these people on planes home but we need the okay from countries such as Romania, so we’re going to work on that,” he said.
As the interview ended, Alemanno made one last attempt to rid himself of the label that has stuck to him for years: “It would be impossible for a fascist to be elected mayor of Rome. Rome is a city that has solid democratic roots and that respects everyone. The Romans are not mad and neither am I.”
Questo è quanto. Naturalmente, Alemanno dirà che è stato frainteso. O griderà allo scandalo.
Nel frattempo, come è giusto che sia, queste persone faranno la politica italiana per i prossimi cinque anni. E le premesse non sono bellissime:
espulsioni in massa degli immigrati clandestini, caccia ai Rom, sospensione del trattato di Shengen per i romeni.
Chissà chi pagherà tutto questo odio sparso a quattro mani.
A quando i cartelli sulle vetrine dei nostri negozi, "qui non entrano cani e romeni"?
Ve lo giro così come l'ho trovato. Giudicate voi.
From The Sunday Times
May 11, 2008
Italy needed fascism, says the new Duce
His rise has prompted fears of a far-right revival, but Gianni Alemanno, the mayor of Rome, says he is no bogeyman
John Follain
The new mayor of Rome, a former neo-fascist, has praised Benito Mussolini as an inspired architect who modernised Italy.
The election of Gianni Alemanno, 50, has prompted fears of a fascist revival because he once led the neo-fascist Italian Social Movement (MSI). His arrival at the city hall was celebrated by a crowd giving the fascist salute and chanting, “Duce! Duce!” – the title used by Mussolini, who ruled Italy between 1922-43.
Speaking to The Sunday Times in his office overlooking the Forum, Alemanno was at pains to deny in his first interview with a foreign newspaper that he was “a fascist or an ex-fascist or a postfascist”.
A wiry, energetic figure, he explained: “The left describes me as a bogeyman, a nasty Blackshirt, but that’s a complete lie.
“People calling me ‘Duce’ makes me laugh. I’m not at all fascist and I think that today the word belongs to the history books. I’ve grown to hate all forms of totalitarianism, whether of the left or of the right.
“I’ve never described myself as fascist, even when I was young, but in the 1970s and 1980s we on the right believed fascism was substantially positive. Now we realise it was totalitarian and generally negative, it has to be condemned.”
Asked whether he still sees anything positive in the fascist legacy, he replied: “What’s historically positive is the process of modernisation – fascism was fundamental to modernising Italy. The regime reclaimed much marshland; it set up the country’s infrastructure.” Mussolini drained the malaria-infested swamps, allowing peasants to work the land.
Alemanno praised a district south of Rome, which Mussolini built as a symbol of fascism, calling it an example of “architecture that was part of the modernisation process and gave importance to Italy’s cultural identity”. The EUR district’s monumental style, built for an international exhibition that was abandoned because of the war, was modelled on that of ancient Rome.
Alemanno spoke as Silvio Berlusconi, 71, the media tycoon, was sworn in for a third term as prime minister, heading one of Italy’s most conservative governments since the second world war. Among them is Mara Carfagna, 32, a former television showgirl, who is equal opportunities minister and one four new women ministers.
An officer’s son, Alemanno became politically involved at 13 and later fought street battles with left-wing opponents. He was arrested in 1981 for beating up a student with four other neo-fascists wielding baseball bats; in 1982 for throwing a Molotov cocktail at the Soviet embassy; and in 1989 for trying to block the motorcade of the first President George Bush. Each time he was acquitted.
During the interview, Alemanno came closer than before to saying he was guilty of all three incidents. At first he said they were marginal and he had been acquitted. Questioned about whether he regretted the episodes, however, he answered: “Of course if I had to go through those years again I wouldn’t do those things again, despite the fact there was a civil war going on at the time.”
He pointed to a scar on his upper lip. “One guy threw a punch and split my lip. But far more serious than this scar is the fact that many activist friends of mine were killed by left-wing activists.”
Alemanno went on to become part of the conservative National Alliance party’s most right-wing faction. An MP for 14 years, he served as agriculture minister during Berlusconi’s last term of office without attracting controversy. However, his campaign against Franco Rutelli, the centre-left former mayor, with its emphasis on crime and immigration, prompted accusations that he was playing the race card.
“I realise people may think I’m being harsh, but in Rome we’re living through an emergency; we have to regain total control of the territory,” he said.
“In the south of Italy the problem is the mafia. In Rome the problem is immigration: there’s a large group of desperate people who survive in dodgy ways.”
He wants to expel 20,000 foreign criminals. “We have to put these people on planes home but we need the okay from countries such as Romania, so we’re going to work on that,” he said.
As the interview ended, Alemanno made one last attempt to rid himself of the label that has stuck to him for years: “It would be impossible for a fascist to be elected mayor of Rome. Rome is a city that has solid democratic roots and that respects everyone. The Romans are not mad and neither am I.”
Questo è quanto. Naturalmente, Alemanno dirà che è stato frainteso. O griderà allo scandalo.
Nel frattempo, come è giusto che sia, queste persone faranno la politica italiana per i prossimi cinque anni. E le premesse non sono bellissime:
espulsioni in massa degli immigrati clandestini, caccia ai Rom, sospensione del trattato di Shengen per i romeni.
Chissà chi pagherà tutto questo odio sparso a quattro mani.
A quando i cartelli sulle vetrine dei nostri negozi, "qui non entrano cani e romeni"?
Una classifica da primato
Con quella di oggi, sono 375 le vittime del lavoro in Italia dal primo gennaio.
Un dato numerico sconvolgente che lascia senza parole; perché l'Italia è una delle nazioni al mondo che può vantare una lagislazione sulla sicurezza sul lavoro tra le più avanzate sulla Terra. Normativa che non risulta sufficiente ad evitare quelle che, con un buonismo totalmente fuoriluogo, chiamiamo "morti bianche".
Come se il loro sangue fosse diverso da quello di chi dovrebbe tutelarli.
Come se le loro famiglie vivessero sotto le pale del mulino bianco.
Uno stillicidio continuo che sembra auto alimentarsi, di morte in morte. Senza che le aziende, senza che Confindustria, decidano di rispettare la legge alla lettera, costi quel che costi.
Al dio denaro, al profitto sporco di sangue nessuno vuole, oggi, rinunciare.
Fateci caso: la notizia di una morte sul lavoro non va neppure più in prima pagina di TG.
Forse colpa della scorpacciata mediatica offerta dalla Tyessen, mesi fa.
E così è precaria anche la morte.
Un dato numerico sconvolgente che lascia senza parole; perché l'Italia è una delle nazioni al mondo che può vantare una lagislazione sulla sicurezza sul lavoro tra le più avanzate sulla Terra. Normativa che non risulta sufficiente ad evitare quelle che, con un buonismo totalmente fuoriluogo, chiamiamo "morti bianche".
Come se il loro sangue fosse diverso da quello di chi dovrebbe tutelarli.
Come se le loro famiglie vivessero sotto le pale del mulino bianco.
Uno stillicidio continuo che sembra auto alimentarsi, di morte in morte. Senza che le aziende, senza che Confindustria, decidano di rispettare la legge alla lettera, costi quel che costi.
Al dio denaro, al profitto sporco di sangue nessuno vuole, oggi, rinunciare.
Fateci caso: la notizia di una morte sul lavoro non va neppure più in prima pagina di TG.
Forse colpa della scorpacciata mediatica offerta dalla Tyessen, mesi fa.
E così è precaria anche la morte.
giovedì 8 maggio 2008
A Peppino, con affetto
Domani saranno trent'anni che Peppino Impastato è stato ucciso dalla mafia. Una data troppo importante per essere dimenticata.
Voglio ricordarlo con un bellissimo video che ne racconta la vita, l'impegno, la morte sulle note dei Modena City Ramblers e con le foto della manifestazione CENTO STRADE PER PEPPINO, promossa dagli studenti dell'ITC Dell'Andro di Santeramo.
Alla presenza dei Sindaci di Santeramo (Zeverino) e Cassano Murge (Gentile), il fratello Giovanni ha inaugurato via Peppino Impastato, vittima della mafia.
Una giornata di cui andar tutti fieri.
Voglio ricordarlo con un bellissimo video che ne racconta la vita, l'impegno, la morte sulle note dei Modena City Ramblers e con le foto della manifestazione CENTO STRADE PER PEPPINO, promossa dagli studenti dell'ITC Dell'Andro di Santeramo.
Alla presenza dei Sindaci di Santeramo (Zeverino) e Cassano Murge (Gentile), il fratello Giovanni ha inaugurato via Peppino Impastato, vittima della mafia.
Una giornata di cui andar tutti fieri.
Ps. Radio3 dedica la puntata di "La Storia in giallo" di sabato 10 a Peppino. Da non perdere.
mercoledì 7 maggio 2008
Morire per delle idee
Riflettevo sul pestaggio e la morte del giovane veronese e sull'inutile borbottio moralistico che ne è seguito.
Dopo molti anni, si torna a morire per nulla. Come negli anni Settanta, un capo di vestiario, un intercalare, un'idea del mondo diversa ti rendono bersaglio.
Nicola Tommasoli, codino e fare sinistro, è stata la vittima designata di una campagna d'odio politico lanciata, da anni, impunemente, dalla Lega e dalla destra estrema e xenofoba.
Così come trent'anni fa, avere idee diverse portava al pestaggio; a volte, alla morte. Nei miei ricordi di adolescente, una Roma con aree dove, io giovane di sinistra con eskimo e tolfa, non potevo metter piede.
Quanto sangue sui selci e quante lapidi a commemorare.
Ma davvero è questa l'Italia che alcuni vogliono?
Ma davero è questa l'Italia che sogniamo?
Se Città civilissime come Verona, medaglia d'oro alla Resistenza, lascia campo libero a ronde di giustizieri leghisti e neofascisti il futuro è gonfio di nubi.
Che Nicola si sia sacrificato per la Ragione, affiché si svegli da quel sonno ventennale che l'ha presa.
Risvegliandoci da quest'incubo.
Dopo molti anni, si torna a morire per nulla. Come negli anni Settanta, un capo di vestiario, un intercalare, un'idea del mondo diversa ti rendono bersaglio.
Nicola Tommasoli, codino e fare sinistro, è stata la vittima designata di una campagna d'odio politico lanciata, da anni, impunemente, dalla Lega e dalla destra estrema e xenofoba.
Così come trent'anni fa, avere idee diverse portava al pestaggio; a volte, alla morte. Nei miei ricordi di adolescente, una Roma con aree dove, io giovane di sinistra con eskimo e tolfa, non potevo metter piede.
Quanto sangue sui selci e quante lapidi a commemorare.
Ma davvero è questa l'Italia che alcuni vogliono?
Ma davero è questa l'Italia che sogniamo?
Se Città civilissime come Verona, medaglia d'oro alla Resistenza, lascia campo libero a ronde di giustizieri leghisti e neofascisti il futuro è gonfio di nubi.
Che Nicola si sia sacrificato per la Ragione, affiché si svegli da quel sonno ventennale che l'ha presa.
Risvegliandoci da quest'incubo.
giovedì 1 maggio 2008
La Festa al lavoratore
Avranno poco da festeggiare quei 1200 lavoratori della Natuzzi SpA che vanno in cassa integrazione senza nessuna speranza di rientrare.
Come non festeggieranno tutti quei morti ammazzati sul lavoro per l'ignavia colpevole delle aziende.
E non capisco cosa abbiamo poi noi da festeggiare, oggi, pura meccanica di supporto ad ingranaggi più grandi e complessi del nostro piccolo territorio.
Un mondo di precari, in tutti i sensi.
Come non festeggieranno tutti quei morti ammazzati sul lavoro per l'ignavia colpevole delle aziende.
E non capisco cosa abbiamo poi noi da festeggiare, oggi, pura meccanica di supporto ad ingranaggi più grandi e complessi del nostro piccolo territorio.
Un mondo di precari, in tutti i sensi.
martedì 29 aprile 2008
Quelle braccia tese...
Anche Roma mette la freccia a destra. Con contorno di braccia tese al cielo.
La storia non si ripeterà (se non in farsa, come ricordava un grande) ma la paura che tutto torni al buio culturale di quarant'anni fa c'è, eccome.
Non è che a destra brillino (e, infatti, intervistano dappertutto Barbareschi!!)...
Consoliamoci con... l'aglietto dell'ironia.
La storia non si ripeterà (se non in farsa, come ricordava un grande) ma la paura che tutto torni al buio culturale di quarant'anni fa c'è, eccome.
Non è che a destra brillino (e, infatti, intervistano dappertutto Barbareschi!!)...
Consoliamoci con... l'aglietto dell'ironia.
domenica 27 aprile 2008
venerdì 25 aprile 2008
Un 25 aprile senza Lorenzino
Questa mattina, attraversando le strade in corteo ho pensato a come fosse il primo 25 aprile senza Lorenzino.
Ed ho sentito il bisogno di commemorarne l'impegno antifascista postando un suo scritto, l'introduzione al volumetto "Ai giovani per non dimenticare", una delle tante testimonianze che ci ha lasciato sui santermani che ne hanno fatto la storia durante il ventennio fascista e la guerra di Liberazione. Vite di ordinario eroismo che Lorenzo Musci ha voluto vergare con determinazione nella memoria storica della nostra comunità civile e democratica.
"Ai giovani; affinché non dimentichino una pagina di storia, viene rivolto questo scritto in memoria dei cittadini che lottarono contro la tirannia fascista e, ancor prima, contro il feudalesimo dei padroni. Riportiamo il racconto delle lotte che sostennero per combattere le cattiverie e le ingiustizie che la classe operaia subiva.
Questi uomini non si piegarono ma acquistarono sicurezza e si batterono per raggiungere l'uguaglianza di classe e gli ideali di libertà. Per difendere questi ideali pagarono un costo molto alto, sia moralmente che fisicamente, alla tirannia fascista. 11 ricordo del passato mi ha spinto a descrivere gesti avvenimenti affinché i giovani sappiano quello che realmente era la dittatura. E sarei molto onorato se insieme riflettessimo e ci impegnassimo in difesa della libertà che oggi godiamo: impegno contro tutte le dittature che mortificano l'uomo e lo rendono schiavo.
A voi lettori viene elevata la preghiera di lottare perché la libertà e la pace siano al sicuro dalle ingiustizie e dalle dittature. Tutti gli avvenimenti narrati sono tratti dai miei appunti e dai documenti sulla lotta operaia contro i padroni e contro il fascismo. Questi avvenimenti diedero un notevole contributo per spezzare la secolare schiavitù; potenziarono gli ideali di libertà e uguaglianza; contribuirono alla creazione di uno stato libero e di una società giusta e umana.
Queste pagine di storia, di fatti, di avvenimenti (a distanza di anni), sono più comprensibili e ci fanno riflettere e giudicare con più severità il presente. In particolar modo ai giovani; che non sanno quanti sacrifici furono necessari per la conquista degli elementari diritti di cui oggi usufruiamo, vogliamo rendere testimonianza in modo da non ricadere negli errori del passato.
Le conquiste sociali e democratiche corrono pericoli. Con questo scritto, perciò, si rivolge l'invito a non assistere passivamente ma a partecipare attivamente per migliorare questa società afflitta da tanti mali. Società che con tutte le storture è migliore di qualsiasi dittatura.
Con la libertà è stato cancellato il divario di classe, è stata sconfitta la miseria, è stata superata la sottomissione ai padroni e alle tante ingiustizie.
Lottiamo, perciò, insieme per difendere le conquiste e per vivere sereni e in pace."
Ed ho sentito il bisogno di commemorarne l'impegno antifascista postando un suo scritto, l'introduzione al volumetto "Ai giovani per non dimenticare", una delle tante testimonianze che ci ha lasciato sui santermani che ne hanno fatto la storia durante il ventennio fascista e la guerra di Liberazione. Vite di ordinario eroismo che Lorenzo Musci ha voluto vergare con determinazione nella memoria storica della nostra comunità civile e democratica.
"Ai giovani; affinché non dimentichino una pagina di storia, viene rivolto questo scritto in memoria dei cittadini che lottarono contro la tirannia fascista e, ancor prima, contro il feudalesimo dei padroni. Riportiamo il racconto delle lotte che sostennero per combattere le cattiverie e le ingiustizie che la classe operaia subiva.
Questi uomini non si piegarono ma acquistarono sicurezza e si batterono per raggiungere l'uguaglianza di classe e gli ideali di libertà. Per difendere questi ideali pagarono un costo molto alto, sia moralmente che fisicamente, alla tirannia fascista. 11 ricordo del passato mi ha spinto a descrivere gesti avvenimenti affinché i giovani sappiano quello che realmente era la dittatura. E sarei molto onorato se insieme riflettessimo e ci impegnassimo in difesa della libertà che oggi godiamo: impegno contro tutte le dittature che mortificano l'uomo e lo rendono schiavo.
A voi lettori viene elevata la preghiera di lottare perché la libertà e la pace siano al sicuro dalle ingiustizie e dalle dittature. Tutti gli avvenimenti narrati sono tratti dai miei appunti e dai documenti sulla lotta operaia contro i padroni e contro il fascismo. Questi avvenimenti diedero un notevole contributo per spezzare la secolare schiavitù; potenziarono gli ideali di libertà e uguaglianza; contribuirono alla creazione di uno stato libero e di una società giusta e umana.
Queste pagine di storia, di fatti, di avvenimenti (a distanza di anni), sono più comprensibili e ci fanno riflettere e giudicare con più severità il presente. In particolar modo ai giovani; che non sanno quanti sacrifici furono necessari per la conquista degli elementari diritti di cui oggi usufruiamo, vogliamo rendere testimonianza in modo da non ricadere negli errori del passato.
Le conquiste sociali e democratiche corrono pericoli. Con questo scritto, perciò, si rivolge l'invito a non assistere passivamente ma a partecipare attivamente per migliorare questa società afflitta da tanti mali. Società che con tutte le storture è migliore di qualsiasi dittatura.
Con la libertà è stato cancellato il divario di classe, è stata sconfitta la miseria, è stata superata la sottomissione ai padroni e alle tante ingiustizie.
Lottiamo, perciò, insieme per difendere le conquiste e per vivere sereni e in pace."
giovedì 24 aprile 2008
Festa della Liberazione
Può sembrare un appuntamento stantio e retorico, molti vorrebbero lo fosse. Ma non è così.
E' un omaggio, riconoscente e doveroso, a chi ci ha regalato questa strana, complessa, amata, odiata democrazia. Una festa, con i suoi riti antichi ed una sempre innovata freschezza.
L'appuntamento con la Festa della Liberazione a Santeramo è per domani mattina, raduno alle ore 10.45 in piazza Municipio; partenza del corteo, ore 11 ed arrivo in piazza DiVagno.
Buona Festa della Liberazione a tutti!
E' un omaggio, riconoscente e doveroso, a chi ci ha regalato questa strana, complessa, amata, odiata democrazia. Una festa, con i suoi riti antichi ed una sempre innovata freschezza.
L'appuntamento con la Festa della Liberazione a Santeramo è per domani mattina, raduno alle ore 10.45 in piazza Municipio; partenza del corteo, ore 11 ed arrivo in piazza DiVagno.
Buona Festa della Liberazione a tutti!
martedì 22 aprile 2008
U cunzule
Oggi è il Giorno della Terra.
Occasione che i grandi del pianeta hanno voluto nel calendario dell'umanità perché si celebrassero tutte quelle azioni, singole e collettive, che ci aiutano a vivere meglio, risparmiando risorse.
Insomma: una festa.
Peccato che la vogliano quei "grandi" che la inquinano da centinaia di anni, che ne bevono a fiotti i fluidi utili a far gonfiare alcuni conti in banca, che lasciano nella fame nella sete e nella povertà i due-terzi del pianeta.
Quei "grandi" che per un giorno fanno mea culpa per un disastro ormai irreversibile, pronti, domani, a riprendere i consumi con maggiore energia.
Più che una festa, quindi, un cunzolo.
Ed è straordinario il tempismo con il quale ENI annuncia l'inizio di progetti di ricerca di petrolio e gas nella nostra Murgia.
La fonte della notizia è NOTIZIE ON LINE (alla quale vi rimando per i dettagli e le mappe).
Il programma è denominato “Monte Carbone” e prevede, oltre ad uno studio complessivo dell'area, una perforazione a 4000 mt. di profondità per ricercare olio e gas. Al momento, comunque, non è dato sapere se e dove si perforerà, sebbene la Regione Puglia abbia dato già de tempo il suo assenso.
Per dare il via al programma, l'ENI attende il sì del Ministero.
E pensare che il tutto è partito dalla scoperta delle orme dei dinosauri nella cava di Casal Sabini.
Per noi, una risorsa culturale e turistica di valore internazionale (purtroppo destinata a morte certa senza interventi urgenti); per i “grandi”, una splendida occasione affaristica.
Usque tandem?
Occasione che i grandi del pianeta hanno voluto nel calendario dell'umanità perché si celebrassero tutte quelle azioni, singole e collettive, che ci aiutano a vivere meglio, risparmiando risorse.
Insomma: una festa.
Peccato che la vogliano quei "grandi" che la inquinano da centinaia di anni, che ne bevono a fiotti i fluidi utili a far gonfiare alcuni conti in banca, che lasciano nella fame nella sete e nella povertà i due-terzi del pianeta.
Quei "grandi" che per un giorno fanno mea culpa per un disastro ormai irreversibile, pronti, domani, a riprendere i consumi con maggiore energia.
Più che una festa, quindi, un cunzolo.
Ed è straordinario il tempismo con il quale ENI annuncia l'inizio di progetti di ricerca di petrolio e gas nella nostra Murgia.
La fonte della notizia è NOTIZIE ON LINE (alla quale vi rimando per i dettagli e le mappe).
Il programma è denominato “Monte Carbone” e prevede, oltre ad uno studio complessivo dell'area, una perforazione a 4000 mt. di profondità per ricercare olio e gas. Al momento, comunque, non è dato sapere se e dove si perforerà, sebbene la Regione Puglia abbia dato già de tempo il suo assenso.
Per dare il via al programma, l'ENI attende il sì del Ministero.
E pensare che il tutto è partito dalla scoperta delle orme dei dinosauri nella cava di Casal Sabini.
Per noi, una risorsa culturale e turistica di valore internazionale (purtroppo destinata a morte certa senza interventi urgenti); per i “grandi”, una splendida occasione affaristica.
Usque tandem?
lunedì 21 aprile 2008
Quattro passi sulla Murgia
sabato 19 aprile 2008
Culture che si parlano
Un appuntamento da non perdere, la proiezione del cortometraggio SU LA TESTA realizzato nell'ambito del Laboratorio Urbano di Santeramo del progetto Interreg “Terre Parlanti”.
Nato nel maggio del 2006 per far incontrare, parlare e raccontarsi le Terre di Puglia e di Grecia, TERRE PARLANTI ha visto i Comuni aderenti creare laboratori urbani di studio e creazione di eventi artistici sul territorio. La nostra Città ha potuto contare sulla guida di TEATRO MINIMO. Michele Santeramo ha coordinato alcune associazioni santermane, portate per la prima volta ad un lavoro di scrittura scenica, in un viaggio nella memoria collettiva di una comunità.
Un lavoro che ha raggiunto l'obiettivo di far uscire dal guscio comunale le esperienze artistiche cittadine. E, a quanto emerso nella conferenza stampa di ieri sera, con successo.
Chi può non perda le proiezioni di Lunedì 21, Cinema Multisala Moderno (via Stazione).
Orari delle proiezioni: 18,30, 20,00, 21,30.
Ingresso gratuito.
Nato nel maggio del 2006 per far incontrare, parlare e raccontarsi le Terre di Puglia e di Grecia, TERRE PARLANTI ha visto i Comuni aderenti creare laboratori urbani di studio e creazione di eventi artistici sul territorio. La nostra Città ha potuto contare sulla guida di TEATRO MINIMO. Michele Santeramo ha coordinato alcune associazioni santermane, portate per la prima volta ad un lavoro di scrittura scenica, in un viaggio nella memoria collettiva di una comunità.
Un lavoro che ha raggiunto l'obiettivo di far uscire dal guscio comunale le esperienze artistiche cittadine. E, a quanto emerso nella conferenza stampa di ieri sera, con successo.
Chi può non perda le proiezioni di Lunedì 21, Cinema Multisala Moderno (via Stazione).
Orari delle proiezioni: 18,30, 20,00, 21,30.
Ingresso gratuito.
venerdì 18 aprile 2008
Violenza
Scrivo questo post per abbracciare forte il Circolo Mario Mieli di Roma vittima, ieri sera, di un raid nazifascista. Al grido di duce duce e froci di merda, un gruppo di vigliacchi omofobici ha distrutto la sede di un centro di cultura tra i più importanti della capitale.
Un segno dell'intolleranza e di un clima d'odio giunti al livello di guardia in Italia.
Dell'inaridimento culturale che rischiamo, giorno dopo giorno, senza quegli anticorpi, nutriti quotidianamente, propri della tolleranza, del confronto, del rispetto.
Il valore civile di una nazione sana.
Brutto segno.
Ed il 25 aprile è vicino...
Un segno dell'intolleranza e di un clima d'odio giunti al livello di guardia in Italia.
Dell'inaridimento culturale che rischiamo, giorno dopo giorno, senza quegli anticorpi, nutriti quotidianamente, propri della tolleranza, del confronto, del rispetto.
Il valore civile di una nazione sana.
Brutto segno.
Ed il 25 aprile è vicino...
giovedì 17 aprile 2008
Ragion di Stato (ho visto il papa a cavallo)
La diretta televisiva di RAI 1 porta nelle nostre case l'immagine di due capi di stato potenti ed influenti mentre, divisi da un leggio, guardano sorridenti la folla che li applaude.
Una fotografia che vorrebbe raccontare la nascita di una “santa alleanza” tra gli USA ed il Vaticano, con la folla che canta “Happy Birthday Pope” e Bush che si inchina commosso.
E, rivolto al Papa, dice: «Abbiamo bisogno del Suo messaggio che ogni vita umana è sacra».
Il Papa annuisce, contento.
Chissà se è già a conoscenza che nelle stesse ore, l'America ha deciso di riprendere le esecuzioni capitali.
Uno stridore fastidioso quanto le unghie sulla lavagna.
Infatti, “La Corte Suprema, rispondendo ad un ricorso inoltrato da due condannati a morte del Kentucky, ha confermato la possibilità di utilizzare le iniezioni letali per eseguire le sentenze capitali. Bocciata la tesi secondo cui l'attuale cocktail di tre sostanze utilizzato nelle esecuzioni sarebbe contrario alla Costituzione degli Stati Uniti, che proibisce qualsiasi punizione «inusuale e crudele» dei detenuti. Per i giudici si può andare avanti.
La decisione è stata presa ad ampia maggioranza, sette voti a favore e due contrari, e consentirà la ripresa delle esecuzioni capitali negli Usa, di fatto sospese dallo scorso settembre in attesa di questa sentenza.
Amnesty International commenta la decisione «inaccettabile» con un duro comunicato: «Che l'iniezione letale sia una forma d'esecuzione crudele è dimostrato da numerosi casi, in cui questo metodo ha provocato sofferenze indicibili». Fra i giudici della Corte Suprema, la maggioranza (5 su 9) sono cattolici. Anche con il loro voto, dopo sette mesi, il boia è pronto a riprendere il suo lavoro” (fonte: unita.it).
Rivedo le immagini su youtube nella speranza di cogliere un cenno di dissenso, una smorfia di preoccupato dolore nel Papa. Ma non ne vedo.
Come non trovo, questa mattina, posizioni ufficiali della Santa Sede contro la pena di morte.
Una scelta di “opportunità” o di “opportunismo”?
A me riporta alla memoria quel viaggio di Giovanni Paolo II in Cile. Nel Cile di Pinochet che uccideva, violentava, torturava l'umanità in migliaia di cileni.
E quell'immagine dei due che sorridono dal balcone della Moneda.
Il Papa silente su quanto accadeva ai suoi piedi.
Una fotografia che vorrebbe raccontare la nascita di una “santa alleanza” tra gli USA ed il Vaticano, con la folla che canta “Happy Birthday Pope” e Bush che si inchina commosso.
E, rivolto al Papa, dice: «Abbiamo bisogno del Suo messaggio che ogni vita umana è sacra».
Il Papa annuisce, contento.
Chissà se è già a conoscenza che nelle stesse ore, l'America ha deciso di riprendere le esecuzioni capitali.
Uno stridore fastidioso quanto le unghie sulla lavagna.
Infatti, “La Corte Suprema, rispondendo ad un ricorso inoltrato da due condannati a morte del Kentucky, ha confermato la possibilità di utilizzare le iniezioni letali per eseguire le sentenze capitali. Bocciata la tesi secondo cui l'attuale cocktail di tre sostanze utilizzato nelle esecuzioni sarebbe contrario alla Costituzione degli Stati Uniti, che proibisce qualsiasi punizione «inusuale e crudele» dei detenuti. Per i giudici si può andare avanti.
La decisione è stata presa ad ampia maggioranza, sette voti a favore e due contrari, e consentirà la ripresa delle esecuzioni capitali negli Usa, di fatto sospese dallo scorso settembre in attesa di questa sentenza.
Amnesty International commenta la decisione «inaccettabile» con un duro comunicato: «Che l'iniezione letale sia una forma d'esecuzione crudele è dimostrato da numerosi casi, in cui questo metodo ha provocato sofferenze indicibili». Fra i giudici della Corte Suprema, la maggioranza (5 su 9) sono cattolici. Anche con il loro voto, dopo sette mesi, il boia è pronto a riprendere il suo lavoro” (fonte: unita.it).
Rivedo le immagini su youtube nella speranza di cogliere un cenno di dissenso, una smorfia di preoccupato dolore nel Papa. Ma non ne vedo.
Come non trovo, questa mattina, posizioni ufficiali della Santa Sede contro la pena di morte.
Una scelta di “opportunità” o di “opportunismo”?
A me riporta alla memoria quel viaggio di Giovanni Paolo II in Cile. Nel Cile di Pinochet che uccideva, violentava, torturava l'umanità in migliaia di cileni.
E quell'immagine dei due che sorridono dal balcone della Moneda.
Il Papa silente su quanto accadeva ai suoi piedi.
mercoledì 16 aprile 2008
Rimpasti e... vecchi merletti
Novità dal Palazzo di Città.
La prima riguarda le dimissioni da assessore all'urbanistica presentate, ieri sera, da Vito Stasolla e la nomina, al suo posto, di un giovine promettente, l'avvocato Leonardo Digirolamo (noto come Lillino); la seconda, le dimissioni da consigliere comunale di Vito Zeverino (Primavera Azzurra), dimissioni che porteranno in consiglio l'ex assessore Stasolla.
Un giro di valzer vorticoso.
Una resa dei conti frutto del lungo braccio di ferro tra il consigliere Michele Digregorio (che passa al PDL) ed il consigliere provinciale Zeverino, a tutto vantaggio del primo che, così, ipoteca il futuro delle prossime elezioni provinciali in casa PDL.
E non sembra finire così. Ne vedremo delle belle e sentiremo numerose scosse di assestamento.
L'effetto della vittoria elettorale del PDL continuerà a far sentire i suoi effetti, più che nel Paese, nella maggioranza che governa Santeramo.
Un vecchio rito politico, una tattica che ha nulla di nuovo e che serve solo e soltanto agli equilibri interni dei partiti di centrodestra.
Nel tentativo di ricomporre una maggioranza, di scongiurarne la lenta ed inesorabile consunzione.
Una soddisfazione per l'opposizione: l'averlo previsto e raccontato negli scorsi mesi.
Un rimpasto di giunta a meno di un anno dalle elezioni, sa già di crisi irreversibile.
Arsenico e vecchi merletti.
La prima riguarda le dimissioni da assessore all'urbanistica presentate, ieri sera, da Vito Stasolla e la nomina, al suo posto, di un giovine promettente, l'avvocato Leonardo Digirolamo (noto come Lillino); la seconda, le dimissioni da consigliere comunale di Vito Zeverino (Primavera Azzurra), dimissioni che porteranno in consiglio l'ex assessore Stasolla.
Un giro di valzer vorticoso.
Una resa dei conti frutto del lungo braccio di ferro tra il consigliere Michele Digregorio (che passa al PDL) ed il consigliere provinciale Zeverino, a tutto vantaggio del primo che, così, ipoteca il futuro delle prossime elezioni provinciali in casa PDL.
E non sembra finire così. Ne vedremo delle belle e sentiremo numerose scosse di assestamento.
L'effetto della vittoria elettorale del PDL continuerà a far sentire i suoi effetti, più che nel Paese, nella maggioranza che governa Santeramo.
Un vecchio rito politico, una tattica che ha nulla di nuovo e che serve solo e soltanto agli equilibri interni dei partiti di centrodestra.
Nel tentativo di ricomporre una maggioranza, di scongiurarne la lenta ed inesorabile consunzione.
Una soddisfazione per l'opposizione: l'averlo previsto e raccontato negli scorsi mesi.
Un rimpasto di giunta a meno di un anno dalle elezioni, sa già di crisi irreversibile.
Arsenico e vecchi merletti.
martedì 15 aprile 2008
Da stamattina, tutti i semafori sono verdi
domenica 13 aprile 2008
Le cose che non vi dicono
Dimenticavo, nel post precedente, di farvi un altro esempio delle cose che i media cittadini non hanno raccontato (ancora). E cioè, il voto favorevole del consigliere provinciale Zeverino al Bilancio di previsione 2008 della Provincia di Bari.
Peccato che il consigliere Zeverinio sia di centrodestra.
Peccato che la maggioranza sia di centrosinistra.
Peccato che il suo voto sia stato preceduto da una dichiarazione di autonomia dalla minoranza (di centrodestra) alla Provincia.
E' una notizia o no, questa?
E che scombussolamenti porterà nella già traballante maggioranza di sindacolillo?
Qualcuno suggerisce che il prossimo passo del consigliere provinciale sia un salto, proditorio, nel PD; a patto che il Presidente Divella gli garantisca ancora per un po' la poltrona di consigliere provinciale (e non gli chieda di far politica, cosa che, è noto, al consigliere fa' venire l'orticaria).
A meno che sindacolillo istituisca la figura di Direttore Generale del Comune di Santeramo; allora, forse, potrebbe ripensarci...
Peccato che il consigliere Zeverinio sia di centrodestra.
Peccato che la maggioranza sia di centrosinistra.
Peccato che il suo voto sia stato preceduto da una dichiarazione di autonomia dalla minoranza (di centrodestra) alla Provincia.
E' una notizia o no, questa?
E che scombussolamenti porterà nella già traballante maggioranza di sindacolillo?
Qualcuno suggerisce che il prossimo passo del consigliere provinciale sia un salto, proditorio, nel PD; a patto che il Presidente Divella gli garantisca ancora per un po' la poltrona di consigliere provinciale (e non gli chieda di far politica, cosa che, è noto, al consigliere fa' venire l'orticaria).
A meno che sindacolillo istituisca la figura di Direttore Generale del Comune di Santeramo; allora, forse, potrebbe ripensarci...
Interviste sull'inceneritore
Questo link vi porta direttamente al servizio di TRM sulla questione dell'inceneritore materano.
A confronto, le opinioni dei sindaci pugliesi di Altamura e Santeramo e di quello materano.
Dateci un'occhiata.
Fa capire come il sindaco di Matera cerchi di negare l'evidenza, forse sorpreso da tanta vitalità espressa dall'intero territorio materano-murgiano, scaricando le responsabilità su di una comoda e fantomatica campagna elettorale.
Peccato che quei 30 milioni di euro in bilancio (a proposito: il bilancio triennale, caro sindaco Buccico, non è un divertissement, un di più nelle attività di programmazione di un Comune.) stiano lì come un macigno.
Fortuna che anche il nostro sindaco (che nel video appare per nulla informato sulla questione, tant'è che parla di ATO BA4...) si è espresso, sulla scia di quello di Altamura, contro la realizzazione dell'inceneritore in un'area così vicina alla nostra Città.
Grazie a QUI MATERA LIBERA per aver lanciato l'allarme.
Resta un rammarico: le nostre fonti di informazione locali, TRC e SanteramoLive, hanno taciuto su tutto. Non una parola.
A confronto, le opinioni dei sindaci pugliesi di Altamura e Santeramo e di quello materano.
Dateci un'occhiata.
Fa capire come il sindaco di Matera cerchi di negare l'evidenza, forse sorpreso da tanta vitalità espressa dall'intero territorio materano-murgiano, scaricando le responsabilità su di una comoda e fantomatica campagna elettorale.
Peccato che quei 30 milioni di euro in bilancio (a proposito: il bilancio triennale, caro sindaco Buccico, non è un divertissement, un di più nelle attività di programmazione di un Comune.) stiano lì come un macigno.
Fortuna che anche il nostro sindaco (che nel video appare per nulla informato sulla questione, tant'è che parla di ATO BA4...) si è espresso, sulla scia di quello di Altamura, contro la realizzazione dell'inceneritore in un'area così vicina alla nostra Città.
Grazie a QUI MATERA LIBERA per aver lanciato l'allarme.
Resta un rammarico: le nostre fonti di informazione locali, TRC e SanteramoLive, hanno taciuto su tutto. Non una parola.
sabato 12 aprile 2008
venerdì 11 aprile 2008
Aggiornamenti
Vi aggiorno sulle ultime riguardo al progetto materano di realizzazione di un inceneritore per RSU a Jesce, ridente località industriale murgiana (ed agricola, lo dimentichiamo sempre ma Jesce è una delle aree più importanti per la nostra agricoltura) a 10 km dalla nostra Città.
E' Notizie OnLine a riportare l'interpellanza che Aria Fresca ed il suo Consigliere Comunale Enzo Colonna (Altamura2001) hanno rivolto ieri al Sindaco di Altamura, preoccupati che che "una simile evenienza, per la natura dell'impianto e per la sua ipotizzata ubicazione, non può non destare l'interesse, se non l'allarme, della popolazione altamurana e, pertanto, non può non lasciare indifferenti gli amministratori comunali". Aria Fresca chiede al Sindaco Stacca un forte intervento presso il suo collega materano ed il coinvolgimento delle popolazioni delle Città interessate.
A ruota, il comunicato del sindaco di Altamura che conferma di aver subito chiesto notizie al collega Buccico.
Quest'ultimo continua a negare che sia nei programmi di Matera la costruzione di un inceneritore e che, in questa fase, è in corso una mera discussione sul ciclo dei rifiuti.
Alle preoccupazioni del territorio pugliese si unisce la dura e ferma presa di posizione della Provincia di Matera. E' sempre Notizie OnLine a riportare il comunicato con il quale, l'assessore all'ambiente Francesco Labriola chiama alle sue responsabilità il sindaco di Matera: ''Siamo assolutamente stupiti da questa idea progettuale dell'amministrazione comunale materana - ha affermato l'assessore provinciale all'ambiente Francesco Labriola - ed il motivo del nostro stupore e' da ricercarsi nella legislazione sia nazionale che regionale. Entrambe, infatti, attestano alla Provincia, e non al Comune, i compiti di organizzazione e gestione dei rifiuti''. Il Piano provinciale attualmente in vigore dal 2002 "non prevede nel territorio della citta' di Matera la allocazione di alcun inceneritore'', precisa Labriola, sottolineando che ''la competenza in materia spetta alla Provincia, che al momento ha, in merito, altre idee, come testimonia l'impegno nella rivisitazione del piano vigente per sostenere la raccolta differenziata su tutto il territorio”.
Ed il sindaco di Santeramo, direte voi, che fa?
Non è dato saperlo.
Di certo c'è che l'opposizione in consiglio comunale sta presentando un'interpellanza urgente al sindaco Lillo affinché faccia sentire alte le preoccupazioni della sua comunità.
E' Notizie OnLine a riportare l'interpellanza che Aria Fresca ed il suo Consigliere Comunale Enzo Colonna (Altamura2001) hanno rivolto ieri al Sindaco di Altamura, preoccupati che che "una simile evenienza, per la natura dell'impianto e per la sua ipotizzata ubicazione, non può non destare l'interesse, se non l'allarme, della popolazione altamurana e, pertanto, non può non lasciare indifferenti gli amministratori comunali". Aria Fresca chiede al Sindaco Stacca un forte intervento presso il suo collega materano ed il coinvolgimento delle popolazioni delle Città interessate.
A ruota, il comunicato del sindaco di Altamura che conferma di aver subito chiesto notizie al collega Buccico.
Quest'ultimo continua a negare che sia nei programmi di Matera la costruzione di un inceneritore e che, in questa fase, è in corso una mera discussione sul ciclo dei rifiuti.
Alle preoccupazioni del territorio pugliese si unisce la dura e ferma presa di posizione della Provincia di Matera. E' sempre Notizie OnLine a riportare il comunicato con il quale, l'assessore all'ambiente Francesco Labriola chiama alle sue responsabilità il sindaco di Matera: ''Siamo assolutamente stupiti da questa idea progettuale dell'amministrazione comunale materana - ha affermato l'assessore provinciale all'ambiente Francesco Labriola - ed il motivo del nostro stupore e' da ricercarsi nella legislazione sia nazionale che regionale. Entrambe, infatti, attestano alla Provincia, e non al Comune, i compiti di organizzazione e gestione dei rifiuti''. Il Piano provinciale attualmente in vigore dal 2002 "non prevede nel territorio della citta' di Matera la allocazione di alcun inceneritore'', precisa Labriola, sottolineando che ''la competenza in materia spetta alla Provincia, che al momento ha, in merito, altre idee, come testimonia l'impegno nella rivisitazione del piano vigente per sostenere la raccolta differenziata su tutto il territorio”.
Ed il sindaco di Santeramo, direte voi, che fa?
Non è dato saperlo.
Di certo c'è che l'opposizione in consiglio comunale sta presentando un'interpellanza urgente al sindaco Lillo affinché faccia sentire alte le preoccupazioni della sua comunità.
mercoledì 9 aprile 2008
Un sondaggio interessante
Dunque, il 70% di voi lettori voterebbe sì al passaggio della nostra Città in Basilicata. E solo il 23% si trova bene in Puglia. Anche se il campione è piccolo, il segnale è fin troppo evidente: questa Puglia ci sta' stretta.
Perché è tutta sbilanciata sull'area barese e sul Salento dove, governi diversi hanno riversato attenzioni e soldi dimenticando come la Murgia barese, ad esempio, sia l'area che versi più denaro nelle casse della regione. E riceva, in cambio, meno servizi ed investimenti.
Un'ingiustizia che dura da troppo tempo.
Dal 1992 abbiamo assistito alla crescita della vicina Basilicata, allo straordinario ed efficente uso dei fondi comunitari, al ricambio e ringiovanimento della classe politica e amministrativa.
Tutte cose che qui in Puglia rappresentano un miraggio.
Anni fa, la città di Gravina pensò ad un referendum per passare in Basilicata.
Nel 2007, molte città venete hanno promosso referendum (quasi tutti vinti) per passare in Trentino Alto Adige sfidando il sarcasmo del presidente veneto Galan.
Che non sia arrivato il momento di Santeramo?
Perché è tutta sbilanciata sull'area barese e sul Salento dove, governi diversi hanno riversato attenzioni e soldi dimenticando come la Murgia barese, ad esempio, sia l'area che versi più denaro nelle casse della regione. E riceva, in cambio, meno servizi ed investimenti.
Un'ingiustizia che dura da troppo tempo.
Dal 1992 abbiamo assistito alla crescita della vicina Basilicata, allo straordinario ed efficente uso dei fondi comunitari, al ricambio e ringiovanimento della classe politica e amministrativa.
Tutte cose che qui in Puglia rappresentano un miraggio.
Anni fa, la città di Gravina pensò ad un referendum per passare in Basilicata.
Nel 2007, molte città venete hanno promosso referendum (quasi tutti vinti) per passare in Trentino Alto Adige sfidando il sarcasmo del presidente veneto Galan.
Che non sia arrivato il momento di Santeramo?
domenica 6 aprile 2008
Domenica prossima...
Cari lettori,
molti di voi sanno dell'amicizia che mi lega a Michele Ventricelli (gasp! sono più di venti anni) e di come, nel corso degli anni, abbiamo condiviso molte battaglie (penso all'ambiente, alla cultura, ai diritti di cittadinanza, al lavoro) per la nostra Murgia.
Un'amicizia che è cresciuta nel tempo. Perchè Michele è una persona onesta. E, di questi tempi, l'onestà è un valore superiore, di quelli da proteggere perchè in via di estinzione.
La sua candidatura per la Camera dei Deputati è una splendida occasione per dare valore ad un voto, superando la sensazione di sconforto, inutilità, frustrazione che ha colto chi crede nella politica come luogo principe dell'agire comune.
E la sua elezione darebbe lustro alle nostre idee; e le nostre battaglie troverebbero in Michele il megafono di cui abbiamo bisogno.
E sarebbe una grande iniezione di fiducia per il futuro della nostra Murgia.
molti di voi sanno dell'amicizia che mi lega a Michele Ventricelli (gasp! sono più di venti anni) e di come, nel corso degli anni, abbiamo condiviso molte battaglie (penso all'ambiente, alla cultura, ai diritti di cittadinanza, al lavoro) per la nostra Murgia.
Un'amicizia che è cresciuta nel tempo. Perchè Michele è una persona onesta. E, di questi tempi, l'onestà è un valore superiore, di quelli da proteggere perchè in via di estinzione.
La sua candidatura per la Camera dei Deputati è una splendida occasione per dare valore ad un voto, superando la sensazione di sconforto, inutilità, frustrazione che ha colto chi crede nella politica come luogo principe dell'agire comune.
E la sua elezione darebbe lustro alle nostre idee; e le nostre battaglie troverebbero in Michele il megafono di cui abbiamo bisogno.
E sarebbe una grande iniezione di fiducia per il futuro della nostra Murgia.
sabato 5 aprile 2008
Inceneritore tra Matera e Santeramo?
La fonte è un articolo di Onofrio Bruno su Notizie on Line. Nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici redatto dall'Amministrazione Comunale di Matera e portato alla luce dall'associazione "Qui Matera Libera" (Sassi Emigranti) è presente la realizzazione di un inceneritore, denominato "Impianto di trattamento rsu (rifiuti solidi urbani) a ciclo chiuso - Project financing", con una spesa prevista di 30 milioni di euro.
La notizia sarebbe passata sotto silenzio se non vi fosse stato l'intervento di alcuni degli attivisti di "Qui Matera Libera" al convegno organizzato, con tempistica da manuale, dalla sezione materana dei Lyons Club; ripreso in video e subito messo su YouTube dal Blog di Beppe Grillo.
Un video straordinario perché smaschera le menzogne di chi propaganda gli inceneritori come panacea per i rifiuti (e lo ammette, candidamente, a margine del convegno dopo averne declamato le virtù).
Complimenti ragazzi e grazie anche da Santeramo.
Che dovrebbe far sentire alta e forte la sua voce.
Lunedì proporrò all'opposizione in Consiglio Comunale di preparare una interrogazione al nostro Sindaco perché faccia sentire forte il NO della comunità santermana a soluzioni inquinanti e pericolose per la salute pubblica.
Nel frattempo, godetevi il video e fate girare la notizia.
La notizia sarebbe passata sotto silenzio se non vi fosse stato l'intervento di alcuni degli attivisti di "Qui Matera Libera" al convegno organizzato, con tempistica da manuale, dalla sezione materana dei Lyons Club; ripreso in video e subito messo su YouTube dal Blog di Beppe Grillo.
Un video straordinario perché smaschera le menzogne di chi propaganda gli inceneritori come panacea per i rifiuti (e lo ammette, candidamente, a margine del convegno dopo averne declamato le virtù).
Complimenti ragazzi e grazie anche da Santeramo.
Che dovrebbe far sentire alta e forte la sua voce.
Lunedì proporrò all'opposizione in Consiglio Comunale di preparare una interrogazione al nostro Sindaco perché faccia sentire forte il NO della comunità santermana a soluzioni inquinanti e pericolose per la salute pubblica.
Nel frattempo, godetevi il video e fate girare la notizia.
Una raccomandazione... classica
illustration - pencil on paper thin – 21-01-2008
"ti amo, ma la cosa non ti riguarda." (Holderlin)
"ti amo, ma la cosa non ti riguarda." (Holderlin)
Posso raccomandarvi la lettura di un blog, frutto del lavoro e della passione per l'arte di una giovane "matita" acquavitana?
Officina mezzaluna è un racconto in fieri, una collazione dei desideri disegnati di Francesca.
Un'artista straordinaria, con una sensibilità, emotiva e tattile, spessa, densa. Una gioia per gli occhi, i suoi visi allegri o stupefatti. Una stretta al cuore i suoi pensieri tristi (e le citazioni, poi...).
E che sia davvero brava lo testimoniano i post.
Grazie a Luciano per avermene parlato.
Fateci un salto e ditele che siamo orgogliosi di lei.
Ps. Mi permetto di darvi una piccola anticipazione... [ricordando che l'immagine è coperta da diritto d'autore].
Officina mezzaluna è un racconto in fieri, una collazione dei desideri disegnati di Francesca.
Un'artista straordinaria, con una sensibilità, emotiva e tattile, spessa, densa. Una gioia per gli occhi, i suoi visi allegri o stupefatti. Una stretta al cuore i suoi pensieri tristi (e le citazioni, poi...).
E che sia davvero brava lo testimoniano i post.
Grazie a Luciano per avermene parlato.
Fateci un salto e ditele che siamo orgogliosi di lei.
Ps. Mi permetto di darvi una piccola anticipazione... [ricordando che l'immagine è coperta da diritto d'autore].
giovedì 3 aprile 2008
Aggiornamenti e manchevolezze
E' di ieri sera la notizia che la tv locale TRC trasmetterà la registrazione del Consiglio Comunale sul bilancio di previsione per il 2008.
Una decisione presa dopo aver letto il comunicato stampa della minoranza e averne condivise le preoccupazioni.
Una buona notizia, quindi.
Se non fosse che, questa mattina, con una mail di rara ironia, un lettore del mio blog mi rimprovera di aver dato una mezza notizia (bucando, sostiene, quella più importante). E, cioè: perché TRC non vuole mandare in onda il Consiglio Comunale?
Leggo velocemente il testo del comunicato stampa, lo rileggo con più attenzione e... niente, ha ragione: ho dato per scontato che tutti sapessero del braccio di ferro in corso da mesi tra Sindaco (e Giunta) e televisione locale sui costi dell'informazione televisiva in Città.
Da tempo, TRC chiede una somma cospicua (di certo non v'è nulla; si vocifera di una richiesta di 50mila euri scesa a poco meno di 20mila nelle ultime settimane) per garantire il diritto della comunità santermana ad essere informata sulle attività amministrative.
Esplosi, invece, inaspettatamente, nell'ultimo Consiglio Comunale.
Con un ditino teso che, all'indirizzo del Sindaco, faceva segno di no.
Una decisione presa dopo aver letto il comunicato stampa della minoranza e averne condivise le preoccupazioni.
Una buona notizia, quindi.
Se non fosse che, questa mattina, con una mail di rara ironia, un lettore del mio blog mi rimprovera di aver dato una mezza notizia (bucando, sostiene, quella più importante). E, cioè: perché TRC non vuole mandare in onda il Consiglio Comunale?
Leggo velocemente il testo del comunicato stampa, lo rileggo con più attenzione e... niente, ha ragione: ho dato per scontato che tutti sapessero del braccio di ferro in corso da mesi tra Sindaco (e Giunta) e televisione locale sui costi dell'informazione televisiva in Città.
Da tempo, TRC chiede una somma cospicua (di certo non v'è nulla; si vocifera di una richiesta di 50mila euri scesa a poco meno di 20mila nelle ultime settimane) per garantire il diritto della comunità santermana ad essere informata sulle attività amministrative.
Il Sindaco, com'è suo solito (la sapete, vero, la storiella della rana e dello scorpione: è... carattere!) nicchia, rimanda, cerca soldi tra le pieghe del bilancio, lasciando gli operatori e la proprietà della tv nel dubbio d'essere sacrificati sull'altare di altre urgenze.
Nel frattempo ha licenziato, in giunta, un piano della comunicazione che definire insufficiente è dir poco, credendo così di mettere a tacere malumori e proteste.Esplosi, invece, inaspettatamente, nell'ultimo Consiglio Comunale.
Con un ditino teso che, all'indirizzo del Sindaco, faceva segno di no.
martedì 1 aprile 2008
Comunicato stampa dell'1 aprile
"Siamo alle solite.
Alle solite e numerose promesse fatte e non mantenute dal Sindaco Lillo che, come in un disco incantato, da nove mesi ripete il suo slogan preferito: “vedrò... farò... finanzierò...”.
Peccato che nessuna delle promesse si sia poi concretizzata.
Ultima in ordine di tempo, quella fatta in sede di consiglio comunale, il 27 marzo scorso.
Ad una esplicita richiesta della minoranza, che paventava la mancata messa in onda della seduta sul bilancio di previsione 2008 da parte dell'emittente locale TRC, il Sindaco prometteva con slancio ed enfasi:”la trasmissione del consiglio andrà in onda!”.
Ed infatti... il consiglio sul bilancio di previsione 2008, forse tra tutti il più importante, NON è stato trasmesso.L'ennesima promessa non mantenuta dal Sindaco Lillo ha, tra gli effetti indesiderati, quello di non far conoscere all'intera Città di Santeramo le linee programmatiche amministrative per il 2008, campi di intervento, priorità e programmazione.
Un bilancio insufficiente, modesto, dal respiro contingente e per nulla coraggioso; che non guarda alla Santeramo che verrà, che non parla della crisi del divano, della formazione scolastica innovativa e diversificata, dell'emigrazione obbligatoria per i nostri giovani laureati.
Un bilancio contabile, come sostenuto dall'intera opposizione.
Tutto ciò non sarà possibile vederlo in tv.
Una perdita enorme per il confronto democratico e civile della nostra Comunità.
Nel frattempo, interpellata, TRC conferma che la registrazione non andrà in onda.
In tutto questo non fare, Santeramo attende.
Cosa?
Che il Sindaco e la corte celeste tornino dalla vacanza (di dieci giorni!) a Mosca.
Per provare a dare risposte vere ai bisogni della nostra Città."
Alle solite e numerose promesse fatte e non mantenute dal Sindaco Lillo che, come in un disco incantato, da nove mesi ripete il suo slogan preferito: “vedrò... farò... finanzierò...”.
Peccato che nessuna delle promesse si sia poi concretizzata.
Ultima in ordine di tempo, quella fatta in sede di consiglio comunale, il 27 marzo scorso.
Ad una esplicita richiesta della minoranza, che paventava la mancata messa in onda della seduta sul bilancio di previsione 2008 da parte dell'emittente locale TRC, il Sindaco prometteva con slancio ed enfasi:”la trasmissione del consiglio andrà in onda!”.
Ed infatti... il consiglio sul bilancio di previsione 2008, forse tra tutti il più importante, NON è stato trasmesso.L'ennesima promessa non mantenuta dal Sindaco Lillo ha, tra gli effetti indesiderati, quello di non far conoscere all'intera Città di Santeramo le linee programmatiche amministrative per il 2008, campi di intervento, priorità e programmazione.
Un bilancio insufficiente, modesto, dal respiro contingente e per nulla coraggioso; che non guarda alla Santeramo che verrà, che non parla della crisi del divano, della formazione scolastica innovativa e diversificata, dell'emigrazione obbligatoria per i nostri giovani laureati.
Un bilancio contabile, come sostenuto dall'intera opposizione.
Tutto ciò non sarà possibile vederlo in tv.
Una perdita enorme per il confronto democratico e civile della nostra Comunità.
Nel frattempo, interpellata, TRC conferma che la registrazione non andrà in onda.
In tutto questo non fare, Santeramo attende.
Cosa?
Che il Sindaco e la corte celeste tornino dalla vacanza (di dieci giorni!) a Mosca.
Per provare a dare risposte vere ai bisogni della nostra Città."
Coordinamento delle forze politiche di opposizione in Consiglio Comunale
sabato 22 marzo 2008
Un'amministrazione inconcludente
"Le divisioni politiche nel centro–destra locale, già presenti al momento dell’attribuzione degli incarichi assessorili, si sono acuite nei mesi scorsi sino ad esplodere nella seduta del Consiglio Comunale del 18 marzo in cui, tutto il gruppo consigliare di Primavera Azzurra ha disertato i lavori, in evidente contrasto con il sindaco Lillo e le altre forze politiche di centro –destra.
La seduta del consiglio comunale è stata convocata dai partiti di opposizione per discutere di problemi urgenti per la nostra Città. L'Amministrazione Lillo, infatti, a nove mesi dall'insediamento, manifesta un preoccupante immobilismo, una dannosa incapacità di pensare allo sviluppo della Città nei suoi vari aspetti. Un sindaco che vive alla giornata, incapace di ascoltare e dare risposte ai bisogni concreti della nostra Comunità.
Facciamo qualche esempio:
servizi sociali allo sbando, con un Piano Sociale di Zona scarsamente attuato ed una dotazione organica degli uffici decisamente insufficiente;
assistenza alle famiglie bisognose del tutto carente;
gestione familistica e nepotistica del PIT in merito ad assunzioni ed incarichi di consulenza, perdendo di vista gli obiettivi strategici e di sviluppo che lo stesso PIT rappresenta per Santeramo;
manifesta incapacità di gestione del personale dipendente (eccetto che per un paio di privilegiati);
totale assenza dell’Amministrazione Comunale dai temi dello sviluppo del territorio;
incapacità nell’affrontare i temi dell’inquinamento elettromagnetico e mancata approvazione del Piano Comunale per le Antenne;
strade e marciapiedi sempre più dissestati e caoticità del traffico urbano, accentuata dalla mancata apertura della strada, già ultimata e collaudata, che collega via Cassano a via Acquaviva e via Stasolla e dalla incapacità manifestata a far partire i lavori di completamento della circonvallazione provinciale nel tratto via Matera-via Altamura;
ripetuta sordità alle richieste di ristrutturazione ed ammodernamento avanzate quotidianamente dalle scuole Medie cittadine.
Nove mesi vissuti inoperosamente.
Sindaco, è finito il tempo delle promesse (farò... stanzierò... cambierò...) e dello scaricabarile sulla precedente amministrazione !
Ora è tempo di fatti!"
Comunicato stampa delle forze politiche di minoranza in Consiglio Comunale
La seduta del consiglio comunale è stata convocata dai partiti di opposizione per discutere di problemi urgenti per la nostra Città. L'Amministrazione Lillo, infatti, a nove mesi dall'insediamento, manifesta un preoccupante immobilismo, una dannosa incapacità di pensare allo sviluppo della Città nei suoi vari aspetti. Un sindaco che vive alla giornata, incapace di ascoltare e dare risposte ai bisogni concreti della nostra Comunità.
Facciamo qualche esempio:
servizi sociali allo sbando, con un Piano Sociale di Zona scarsamente attuato ed una dotazione organica degli uffici decisamente insufficiente;
assistenza alle famiglie bisognose del tutto carente;
gestione familistica e nepotistica del PIT in merito ad assunzioni ed incarichi di consulenza, perdendo di vista gli obiettivi strategici e di sviluppo che lo stesso PIT rappresenta per Santeramo;
manifesta incapacità di gestione del personale dipendente (eccetto che per un paio di privilegiati);
totale assenza dell’Amministrazione Comunale dai temi dello sviluppo del territorio;
incapacità nell’affrontare i temi dell’inquinamento elettromagnetico e mancata approvazione del Piano Comunale per le Antenne;
strade e marciapiedi sempre più dissestati e caoticità del traffico urbano, accentuata dalla mancata apertura della strada, già ultimata e collaudata, che collega via Cassano a via Acquaviva e via Stasolla e dalla incapacità manifestata a far partire i lavori di completamento della circonvallazione provinciale nel tratto via Matera-via Altamura;
ripetuta sordità alle richieste di ristrutturazione ed ammodernamento avanzate quotidianamente dalle scuole Medie cittadine.
Nove mesi vissuti inoperosamente.
Sindaco, è finito il tempo delle promesse (farò... stanzierò... cambierò...) e dello scaricabarile sulla precedente amministrazione !
Ora è tempo di fatti!"
Comunicato stampa delle forze politiche di minoranza in Consiglio Comunale
venerdì 21 marzo 2008
Libertà di stampa?
Resta uno dei nodi irrisolti quello dell'informazione nella nostra Città. Alla quantità considerevole di mezzi disponibili non sempre corrisponde quella qualità da molti auspicata.
Un esempio.
Martedì scorso, il consiglio comunale ha discusso del PIT e delle attività dell'Ufficio Unico PIT di Santeramo. L'opposizione chiede spiegazioni sulla presenza, tra i CoCoCo assunti a gennaio, di parenti ed amici della maggioranza. Le risposte evasive del Sindaco (compreso l'invito rivolto ad un consigliere ad occuparsi d'altro) portano l'opposizione a definire quel concorso un macigno sulla credibilità dell'ufficio PIT e sulla sua gestione.
In termini giornalistici, questa è quella che si definisce una notizia da non bucare.
Ed invece, nessuno ne parla. Nè SanteramoLive, nè TRC, televisione locale.
Così come nessuno dei due riporta l'assenza dai banchi della maggioranza dell'intero gruppo consiliare di Primavera Azzurra.
Doppio buco.
Con buona pace della deontologia professionale. E del diritto della Città ad essere informata di tutto quanto accade quotidianamente.
Un principio base della democrazia che cozza, troppo spesso, con le necessità politiche degli editori.
Ma si sa, di questi tempi i principi sono una noiosa nenia comunista.
Scommettiamo che si offendono?
Un esempio.
Martedì scorso, il consiglio comunale ha discusso del PIT e delle attività dell'Ufficio Unico PIT di Santeramo. L'opposizione chiede spiegazioni sulla presenza, tra i CoCoCo assunti a gennaio, di parenti ed amici della maggioranza. Le risposte evasive del Sindaco (compreso l'invito rivolto ad un consigliere ad occuparsi d'altro) portano l'opposizione a definire quel concorso un macigno sulla credibilità dell'ufficio PIT e sulla sua gestione.
In termini giornalistici, questa è quella che si definisce una notizia da non bucare.
Ed invece, nessuno ne parla. Nè SanteramoLive, nè TRC, televisione locale.
Così come nessuno dei due riporta l'assenza dai banchi della maggioranza dell'intero gruppo consiliare di Primavera Azzurra.
Doppio buco.
Con buona pace della deontologia professionale. E del diritto della Città ad essere informata di tutto quanto accade quotidianamente.
Un principio base della democrazia che cozza, troppo spesso, con le necessità politiche degli editori.
Ma si sa, di questi tempi i principi sono una noiosa nenia comunista.
Scommettiamo che si offendono?
mercoledì 19 marzo 2008
I primi vagiti di una crisi annunciata
Prima una lite dai toni aspri nelle stanze comunali, nel bel mezzo di un consiglio comunale che doveva sanare le irregolarità nei sottotetti e, soprattutto, nei seminterrati cittadini. Minaccia di abbandono del consiglio, musi lunghi e commenti duri nei confronti del sindaco espressi ad alta voce. Poi, una voluta assenza dalla conferenza dei capigruppo.
Infine, assenza dal consiglio comunale di ieri sera di tutto il gruppo di Primavera Azzurra e dell'assessore di riferimento.
Se si attendeva l'evidenza di una insofferente coabitazione tra i partiti che danno la maggioranza al sindacolillo, eccola servita pubblicamente.
Tutto alle soglie del consiglio del 27 sul bilancio di previsione 2008. Un momento classico, topico, per l'apertura di una verifica politica.
A solo nove mesi dall'insediamento, un vero record per la nostra Città.
Comunque vada a finire, una brutta figura per sindacolillo.
Infine, assenza dal consiglio comunale di ieri sera di tutto il gruppo di Primavera Azzurra e dell'assessore di riferimento.
Se si attendeva l'evidenza di una insofferente coabitazione tra i partiti che danno la maggioranza al sindacolillo, eccola servita pubblicamente.
Tutto alle soglie del consiglio del 27 sul bilancio di previsione 2008. Un momento classico, topico, per l'apertura di una verifica politica.
A solo nove mesi dall'insediamento, un vero record per la nostra Città.
Comunque vada a finire, una brutta figura per sindacolillo.
sabato 15 marzo 2008
Un'assenza pericolosa e diseducativa
Tra i centomila di stamattina a Bari, tanti sindaci, tanti gonfaloni. Visti quelli di Cassano Murge, Noicattaro, Gioia del Colle. Assente ingiustificato Santeramo, sebbene sensibilizzato ed invitato più volte dai consiglieri comunali di minoranza.
Un'assenza che stride ed amareggia per il segnale di non curanza, di sottovalutazione che lascia a futura memoria.
Abbiamo tutti sperato fino all'ultimo istante che Sindacolillo indossasse la fascia accanto al gonfalone in braccio al fedele Peppino.
Invece niente: nè una parola, nè una spiegazione, tantomeno una risposta a chi aveva reclamato un impegno in prima linea contro le mafie di tutta l'amministrazione.
Unici presenti, insieme al sottoscritto, giovani politici del PD santermano.
Resta il rammarico di dover raccontare l'ennesima brutta figura del primo cittadino Lillo e dell'assessore alla P.I., incapaci persino di coinvolgere le scuole cittadine.
Una sottovalutazione pericolosa. Una insensibilità che la dice lunga sull'estraneità di questa destra cittadina ai concetti di giustizia, legalità, onestà.
Un'assenza rumorosa quanto una violenta raffica di kalashnikov.
Un'assenza che stride ed amareggia per il segnale di non curanza, di sottovalutazione che lascia a futura memoria.
Abbiamo tutti sperato fino all'ultimo istante che Sindacolillo indossasse la fascia accanto al gonfalone in braccio al fedele Peppino.
Invece niente: nè una parola, nè una spiegazione, tantomeno una risposta a chi aveva reclamato un impegno in prima linea contro le mafie di tutta l'amministrazione.
Unici presenti, insieme al sottoscritto, giovani politici del PD santermano.
Resta il rammarico di dover raccontare l'ennesima brutta figura del primo cittadino Lillo e dell'assessore alla P.I., incapaci persino di coinvolgere le scuole cittadine.
Una sottovalutazione pericolosa. Una insensibilità che la dice lunga sull'estraneità di questa destra cittadina ai concetti di giustizia, legalità, onestà.
Un'assenza rumorosa quanto una violenta raffica di kalashnikov.
Centomila coraggiosi a Bari
Oltre centomila da tutta Italia per ricordare e rinnovare l'impegno
15/03/2008 15.27.43
In marcia per un impegno concreto per la giustizia e la legalità
XIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie
Oltre 100 mila persone provenienti da tutta Italia si sono riunite stamattina a Bari convocate da Libera e Avviso Pubblico per la XIII edizione della ''Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafieâ''. Un corteo lungo, colorato, festoso composto da tantissimi giovani che sin dalle prime ore del mattino si e'riunito a Punta Perotti , l'ecomostro abbattuto simbolo della legalita'. Presenti i gonfaloni di tantissimi comuni d'Italia, striscioni dellescuole della Sicilia, della Calabria, della Lombardia, del Piemonte.
Ad aprire il corteo Luigi Ciotti, con i familiari delle vittime delle mafie. Presenti, tra gli altri al corteo, i ministri Massimo D'Alema e Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente della camera Fausto Bertinotti, Francesco Forgione presidente della commissione antimafia, il magistrato Giancarlo Caselli.
Durante il corteo sono stati scanditi i nomi delle oltre 700 vittime delle mafie. Nomi di semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perche', con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
''Basta!- ha affermato Luigi Ciotti, presidente di Libera- le parole sono stanche. Contro le mafie serve l'agire concreto a partire dalle istituzioni e dal mondo politico. Ma il cambiamento- ha proseguito Luigi Ciotti - ha bisogno di tutti, di noi. Dobbiamo prendere coscienza che c'e' bisogno delle nostre scelte, del nostro fare concreto, del nostro impegno, del nostro coraggio, della nostra voglia di metterci in gioco, delle denunce che nella quotidianita' fanno la loro parte''.
A Bari hanno marciato, anche circa 200 giovani europei in rappresentanza di oltre 50 ong di 30 paesi del mediterraneo, dei balcani e dell'ex Unione Sovietica del Caucaso che insieme a Libera presenteranno a Bruxelles al Paralamento europeo agli inizi di giugno la prima ''Rete Europea contro le mafie''.
Fonte: www.libera.it
15/03/2008 15.27.43
In marcia per un impegno concreto per la giustizia e la legalità
XIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie
Oltre 100 mila persone provenienti da tutta Italia si sono riunite stamattina a Bari convocate da Libera e Avviso Pubblico per la XIII edizione della ''Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafieâ''. Un corteo lungo, colorato, festoso composto da tantissimi giovani che sin dalle prime ore del mattino si e'riunito a Punta Perotti , l'ecomostro abbattuto simbolo della legalita'. Presenti i gonfaloni di tantissimi comuni d'Italia, striscioni dellescuole della Sicilia, della Calabria, della Lombardia, del Piemonte.
Ad aprire il corteo Luigi Ciotti, con i familiari delle vittime delle mafie. Presenti, tra gli altri al corteo, i ministri Massimo D'Alema e Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente della camera Fausto Bertinotti, Francesco Forgione presidente della commissione antimafia, il magistrato Giancarlo Caselli.
Durante il corteo sono stati scanditi i nomi delle oltre 700 vittime delle mafie. Nomi di semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perche', con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
''Basta!- ha affermato Luigi Ciotti, presidente di Libera- le parole sono stanche. Contro le mafie serve l'agire concreto a partire dalle istituzioni e dal mondo politico. Ma il cambiamento- ha proseguito Luigi Ciotti - ha bisogno di tutti, di noi. Dobbiamo prendere coscienza che c'e' bisogno delle nostre scelte, del nostro fare concreto, del nostro impegno, del nostro coraggio, della nostra voglia di metterci in gioco, delle denunce che nella quotidianita' fanno la loro parte''.
A Bari hanno marciato, anche circa 200 giovani europei in rappresentanza di oltre 50 ong di 30 paesi del mediterraneo, dei balcani e dell'ex Unione Sovietica del Caucaso che insieme a Libera presenteranno a Bruxelles al Paralamento europeo agli inizi di giugno la prima ''Rete Europea contro le mafie''.
Fonte: www.libera.it
sabato 8 marzo 2008
A Bari contro le mafie
Sabato 15 marzo, l'Associazione LIBERA, in collaborazione con Avviso Pubblico, organizza a Bari la XIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
La giornata con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia e della Città di Bari ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie – su quelle pugliesi, circa quaranta, è calato il silenzio - e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità organizzata. La Giornata della Memoria e dell’Impegno è dedicata a tutte le vittime, proprio tutte.
Dai nomi più famosi a quei semplici cittadini, magistrati, giornalisti, operatori delle forze dell’ordine, imprenditori, sindacalisti, sacerdoti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Partenza da Punta Perotti alle ore 9.
La giornata con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia e della Città di Bari ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie – su quelle pugliesi, circa quaranta, è calato il silenzio - e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità organizzata. La Giornata della Memoria e dell’Impegno è dedicata a tutte le vittime, proprio tutte.
Dai nomi più famosi a quei semplici cittadini, magistrati, giornalisti, operatori delle forze dell’ordine, imprenditori, sindacalisti, sacerdoti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Partenza da Punta Perotti alle ore 9.
venerdì 15 febbraio 2008
Mi illumino di meno
M’ILLUMINO DI MENO
15 febbraio 2008
Giornata del Risparmio Energetico
Che cos’è
E’ la più importante campagna di sensibilizzazione e comunicazione dedicata al Risparmio
Energetico su scala internazionale.
Quando nasce
Il 16 febbraio 2005, giorno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, Caterpillar ha indetto la Prima Giornata Nazionale del Risparmio Energetico, riproponendola da allora ogni anno con successo sempre crescente. La filosofia alla base della Giornata è quella di convincere quante più persone possibili a dedicarsi al risparmio, il più grande giacimento energetico disponibile subito e a costo zero.
In che cosa consiste
La Giornata del Risparmio Energetico
La visibilità mediatica e la partecipazione maggiore sono concentrate nella Giornata del Risparmio Energetico, per quest’edizione (la quarta), il 15 febbraio 2008: l’invito rivolto a tutti è ridurre al minimo i propri consumi, specie elettrici, nell’orario di messa in onda della trasmissione, dalle 18 alle 19,30.
• L’effetto più eclatante è assicurato dallo spegnimento simbolico dei più importanti monumenti e delle principali piazze cittadine, unite in una sorta di “silenzio energetico” collettivo.
• Allo spegnimento partecipano anche privati cittadini, aziende, negozianti, scuole, ristoranti, palestre e associazioni d’ogni tipo: ciascuno interpreta a proprio modo l’invito, spegnendo vetrine, computer, apparecchiature elettriche nei laboratori, organizzando cene a lume di candela…
La campagna di sensibilizzazione
Nel mese precedente la Giornata vera e propria, la trasmissione dà voce all’impegno che ognuno può mettere in campo nei comportamenti quotidiani per incidere realmente sui consumi e per ridurre gli sprechi. Suggerimenti, trucchi, esempi e iniziative da emulare sono raccontate ai microfoni di Caterpillar da scienziati e da persone comuni. Consigli tecnici portati da esperti e “rimedi della nonna” coinvolgono gli ascoltatori in un’avvincente gara etica di buone pratiche ambientali.
Obiettivi
• Contrastare il cambiamento climatico globale.
• Raggiungere anche i cittadini meno sensibili alle tematiche ambientali con un’azione
massimamente visibile.
• Portare alla ribalta mediatica il tema del risparmio energetico con la concentrazione di
spegnimenti simbolici spettacolari.
• Stimolare una partecipazione diffusa e dal basso che faccia sentire ciascuno protagonista di un contributo personale importante per il cambiamento virtuoso nei consumi energetici.
Come aderire
• Raccontando in onda il proprio contributo per ottimizzare l’utilizzo di energia e risorse in termini di elettricità, riscaldamento, carburante, acqua.
• Ascoltando le possibilità d’intervento e le esperienze di amministrazioni o privati che
risparmiano sui propri bilanci riducendo gli sprechi.
• Inserendo per iscritto sul sito della trasmissione il proprio modo per aderire.
• Scaricando e diffondendo il materiale disponibile online sul sito del programma (volantini,
manifesti, locandine, decalogo del risparmio ecc.ecc.)
Esempi di adesione
• Il Presidente della Repubblica italiana e i Presidenti di Senato e Camera hanno spento
rispettivamente le facciate del Quirinale, di Palazzo Madama e di Montecitorio.
• Tra i comuni: Roma ha spento il Colosseo, il Pantheon e la Fontana di Trevi; Milano il Duomo, Palazzo Marino e Piazza della Scala; Torino la Mole e la Basilica di Supera; Verona l’Arena; Firenze Palazzo Vecchio; Bologna Piazza Maggiore; Venezia Piazza San Marco; Napoli il Maschio Angioino; Siena Piazza del Campo; Catania Piazza Duomo; Palermo Piazza Pretoria; Agrigento la Valle dei Templi.
• Migliaia di ristoratori hanno organizzato cene a lume di candela e hanno proposto menù a basso consumo energetico.
• Interi consigli comunali, ma anche riunioni di associazioni e allenamenti di squadre sportive, si sono svolti al buio.
• Nelle scuole: designazione di un responsabile luci nelle classi, valutazione dei consumi e
sensibilizzazione.
• In negozi e centri commerciali: riduzione dell’illuminazione delle vetrine, dei punti vendita e distribuzione gratuita di kit per il risparmio idrico ed elettrico.
Che cos’è Caterpillar
Trasmissione radiofonica di grande successo (più di un milione di ascoltatori a puntata) in onda dalle 18 alle 19.30 da 11 anni su RAI Radio2, il canale d’intrattenimento della radio pubblica italiana.
Il programma tratta temi d’attualità con un punto di vista informale e ironico, mirato a sottolineare contraddizioni e paradossi della nostra società.
Successo dell’iniziativa
• risparmio effettivamente ottenuto nella Giornata, contabilizzato dal Gestore della Rete Elettrica Nazionale (nel 2006 risparmio equivalente al consumo quotidiano di una regione come l’Umbria, nel 2007 pari allo spegnimento di cinque milioni di lampadine).
• altissima visibilità raggiunta dall’iniziativa e dal suo messaggio di necessità di cambiamento su tutti i mezzi di comunicazione (stampa nazionale e locale, telegiornali e notiziari radio);
• premi e riconoscimenti sulla comunicazione ambientale ottenuti per questa iniziativa.
www.caterueb.rai.it
caterpillar@rai.it
E’ la più importante campagna di sensibilizzazione e comunicazione dedicata al Risparmio
Energetico su scala internazionale.
Quando nasce
Il 16 febbraio 2005, giorno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, Caterpillar ha indetto la Prima Giornata Nazionale del Risparmio Energetico, riproponendola da allora ogni anno con successo sempre crescente. La filosofia alla base della Giornata è quella di convincere quante più persone possibili a dedicarsi al risparmio, il più grande giacimento energetico disponibile subito e a costo zero.
In che cosa consiste
La Giornata del Risparmio Energetico
La visibilità mediatica e la partecipazione maggiore sono concentrate nella Giornata del Risparmio Energetico, per quest’edizione (la quarta), il 15 febbraio 2008: l’invito rivolto a tutti è ridurre al minimo i propri consumi, specie elettrici, nell’orario di messa in onda della trasmissione, dalle 18 alle 19,30.
• L’effetto più eclatante è assicurato dallo spegnimento simbolico dei più importanti monumenti e delle principali piazze cittadine, unite in una sorta di “silenzio energetico” collettivo.
• Allo spegnimento partecipano anche privati cittadini, aziende, negozianti, scuole, ristoranti, palestre e associazioni d’ogni tipo: ciascuno interpreta a proprio modo l’invito, spegnendo vetrine, computer, apparecchiature elettriche nei laboratori, organizzando cene a lume di candela…
La campagna di sensibilizzazione
Nel mese precedente la Giornata vera e propria, la trasmissione dà voce all’impegno che ognuno può mettere in campo nei comportamenti quotidiani per incidere realmente sui consumi e per ridurre gli sprechi. Suggerimenti, trucchi, esempi e iniziative da emulare sono raccontate ai microfoni di Caterpillar da scienziati e da persone comuni. Consigli tecnici portati da esperti e “rimedi della nonna” coinvolgono gli ascoltatori in un’avvincente gara etica di buone pratiche ambientali.
Obiettivi
• Contrastare il cambiamento climatico globale.
• Raggiungere anche i cittadini meno sensibili alle tematiche ambientali con un’azione
massimamente visibile.
• Portare alla ribalta mediatica il tema del risparmio energetico con la concentrazione di
spegnimenti simbolici spettacolari.
• Stimolare una partecipazione diffusa e dal basso che faccia sentire ciascuno protagonista di un contributo personale importante per il cambiamento virtuoso nei consumi energetici.
Come aderire
• Raccontando in onda il proprio contributo per ottimizzare l’utilizzo di energia e risorse in termini di elettricità, riscaldamento, carburante, acqua.
• Ascoltando le possibilità d’intervento e le esperienze di amministrazioni o privati che
risparmiano sui propri bilanci riducendo gli sprechi.
• Inserendo per iscritto sul sito della trasmissione il proprio modo per aderire.
• Scaricando e diffondendo il materiale disponibile online sul sito del programma (volantini,
manifesti, locandine, decalogo del risparmio ecc.ecc.)
Esempi di adesione
• Il Presidente della Repubblica italiana e i Presidenti di Senato e Camera hanno spento
rispettivamente le facciate del Quirinale, di Palazzo Madama e di Montecitorio.
• Tra i comuni: Roma ha spento il Colosseo, il Pantheon e la Fontana di Trevi; Milano il Duomo, Palazzo Marino e Piazza della Scala; Torino la Mole e la Basilica di Supera; Verona l’Arena; Firenze Palazzo Vecchio; Bologna Piazza Maggiore; Venezia Piazza San Marco; Napoli il Maschio Angioino; Siena Piazza del Campo; Catania Piazza Duomo; Palermo Piazza Pretoria; Agrigento la Valle dei Templi.
• Migliaia di ristoratori hanno organizzato cene a lume di candela e hanno proposto menù a basso consumo energetico.
• Interi consigli comunali, ma anche riunioni di associazioni e allenamenti di squadre sportive, si sono svolti al buio.
• Nelle scuole: designazione di un responsabile luci nelle classi, valutazione dei consumi e
sensibilizzazione.
• In negozi e centri commerciali: riduzione dell’illuminazione delle vetrine, dei punti vendita e distribuzione gratuita di kit per il risparmio idrico ed elettrico.
Che cos’è Caterpillar
Trasmissione radiofonica di grande successo (più di un milione di ascoltatori a puntata) in onda dalle 18 alle 19.30 da 11 anni su RAI Radio2, il canale d’intrattenimento della radio pubblica italiana.
Il programma tratta temi d’attualità con un punto di vista informale e ironico, mirato a sottolineare contraddizioni e paradossi della nostra società.
Successo dell’iniziativa
• risparmio effettivamente ottenuto nella Giornata, contabilizzato dal Gestore della Rete Elettrica Nazionale (nel 2006 risparmio equivalente al consumo quotidiano di una regione come l’Umbria, nel 2007 pari allo spegnimento di cinque milioni di lampadine).
• altissima visibilità raggiunta dall’iniziativa e dal suo messaggio di necessità di cambiamento su tutti i mezzi di comunicazione (stampa nazionale e locale, telegiornali e notiziari radio);
• premi e riconoscimenti sulla comunicazione ambientale ottenuti per questa iniziativa.
www.caterueb.rai.it
caterpillar@rai.it
domenica 27 gennaio 2008
Buon Giorno della Memoria
NACHTWACHE
"A che punto è la notte, sentinella?"
"Ho sentito il gufo ripetere
La sua concava notte presaga,
Stridere il pipistrello alla sua caccia,
La biscia d'acqua frusciare
Sotto le foglie fradice dello stagno.
Ho sentito voci vinose,
Impedite, iraconde, sonnolente
Dalla bettola presso la cappella.
Ho sentito bisbigli di amanti
Risa e rantoli di voglie assolte;
Adolescenti mormorare in sogno,
Altri volgersi insonni per desiderio.
Ho visto lampi muti di calore,
Ho visto lo spavento di ogni sera
Della ragazza che ha smarrito il senno
E non distinguere il letto dalla bara.
Ho sentito l'ansito rauco
Di un vecchio solo che contesta la morte,
Lacerarsi una partoriente,
Il pianto di un bambino appena nato,
Stenditi e prendi sonno, cittadino,
E' tutto in ordine; questa notte è al suo mezzo".
Primo Levi
"Ad ora incerta"
"A che punto è la notte, sentinella?"
"Ho sentito il gufo ripetere
La sua concava notte presaga,
Stridere il pipistrello alla sua caccia,
La biscia d'acqua frusciare
Sotto le foglie fradice dello stagno.
Ho sentito voci vinose,
Impedite, iraconde, sonnolente
Dalla bettola presso la cappella.
Ho sentito bisbigli di amanti
Risa e rantoli di voglie assolte;
Adolescenti mormorare in sogno,
Altri volgersi insonni per desiderio.
Ho visto lampi muti di calore,
Ho visto lo spavento di ogni sera
Della ragazza che ha smarrito il senno
E non distinguere il letto dalla bara.
Ho sentito l'ansito rauco
Di un vecchio solo che contesta la morte,
Lacerarsi una partoriente,
Il pianto di un bambino appena nato,
Stenditi e prendi sonno, cittadino,
E' tutto in ordine; questa notte è al suo mezzo".
Primo Levi
"Ad ora incerta"
venerdì 25 gennaio 2008
giovedì 24 gennaio 2008
Silenzio
Non ho parole difronte allo spettacolo ripugnante che accompagna la crisi di governo.
E' lo spettacolo indegno che l'Italia offre, ogni giorno, a chi la scruti con occhi attenti.
Vale ancora qualcosa dirsi disgustati?
Forse è meglio cercarsi un'altra patria.
E' lo spettacolo indegno che l'Italia offre, ogni giorno, a chi la scruti con occhi attenti.
Vale ancora qualcosa dirsi disgustati?
Forse è meglio cercarsi un'altra patria.
martedì 15 gennaio 2008
Quarant'anni fa, il Belice
Quarant´anni fa, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, un terremoto tra i peggiori che la storia italiana ricordi devastò la valle del Belice.
Belice, nella memoria storica degli italiani, è sinonimo di corruzione, mafia, inefficienza dello stato.
Baracche di lamiera e miseria nera finirono in prima pagina sui giornali e sulle tv del mondo, scatenando gare di solidarietà e indignazione.
Tra i più indignati, l'intellettuale nonviolento Danilo Dolci che evidenziò lo stretto rapporto tra Democrazia Cristiana siciliana e mafia.
I miliardi stanziati per la ricostruzione (che non fu mai iniziata, al punto che ancor oggi alcune famiglie abitano quelle baracche di lamiera) sparirono.
Una pagina della nostra storia collettiva che molti vorrebbero cancellare dai ricordi. Perché scomoda. E poi, basta con questa mafia (chi ricorda il cardinale Ruffini e le sue massime?).
Per noi che non ci stanchiamo mai di ricordare, la trasmissione Fahrenheit di Radio3 Rai dedicherà la puntata di questa sera alla tragedia ed al lungo e travagliato percorso della ricostruzione.
Io, più semplicemente, riporto un articolo del giornalista dell'Ora di Palermo, Mario Farinella, corso tra i primi sul luogo del terremoto.
Viaggio nel Belice fra dramma e pietà
di Mario Farinella
giornalista del quotidiano palermitano "L'Ora"
Sono ancora sulla via del ritorno e già tutto appare labile, ondeggiante, e riesce faticoso ricollocare nella realtà le tremende e disperate immagini che chilometro dopo chilometro mi lascio dietro chiedendo a me stesso fino a qual punto possano giungere la pietà e la collera. Un viaggio di otto ore che già appare lontanissimo e fuori da ogni dimensione. Eravamo partiti stamane con l´autocolonna apprestata dal nostro giornale: tre camion carichi di pane, latte e coperte. Volevamo raggiungere i paesi devastati attraverso la strada di montagna che arrampicandosi per Corleone scende poi verso l´Agrigentino.
Entrando in ogni paese, anche in quelli più lontani dall´epicentro, sentivamo di inoltrarci dentro il cuore gelato e impazzito di intere popolazioni: deserta Corleone, quasi abbandonata Campofiorito.
Distante, gettata in fondo a una strada tortuosa e sconvolta Contessa Entellina che ha avuto la sua vittima e se ne sta ora rannicchiata nel suo terrore; Chiusa Sclafani, Giuliana, livide con la neve ammucchiata ai bordi delle strade. Ma la prima vera sensazione di tragedia, oltre che consumata, tuttora incombente, la si avverte nel vasto e desolato pianoro di Misilbesi, da dove si dipartono le strade che portano a Menfi e a Sciacca da una parte e, dall´altra, a Santa Margherita e su, poi, verso la distrutta Montevago.
È su questo pianoro che si arrestano tutti i camion dei soccorsi indecisi sulla direzione da imboccare e le centinaia di auto che giungono da ogni parte della Sicilia, dell´Italia e dell´estero piene di gente che vuol tornare ai paesi.
Lo spiazzo è presidiato dalla polizia stradale che agita la sua paletta per dare via libera, l´agente posto al centro del crocevia avverte i viaggiatori del pericolo cui vanno incontro inoltrandosi verso le zone terremotate, ma nessuno torna indietro.
Vedremo, man mano che andremo avanti nel nostro viaggio, come ci sia un dramma, ignorato fin´ora, nell´ambito della più grande tragedia: il dramma delle popolazioni che, anche se non colpite o appena sfiorate dal sisma, vagano prive di tutto per le campagne o formano raggruppamenti lungo le strade senza speranza di trovar cibo e indumenti, completamente ignorati dalle colonne di soccorso che sfrecciano dinanzi ai loro occhi dirette verso la meta funesta che è Santa Margherita.
E a Santa Margherita siamo arrivati anche noi o, meglio, la nostra auto e due camion; il terzo autocarro non si è fermato: forse perché il camionista ci ha perso di vista, forse perché terrorizzato da quel primo agghiacciante spettacolo di rovine. Fatto si è che ha filato dritto verso Montevago, ignorando forse di andare incontro ad uno scenario ancora più atroce (...). Lo blocchiamo quasi alle porte di Menfi. Al camionista chiediamo spiegazioni del suo comportamento
«Sono arrivato a Montevago - si giustifica - e il prefetto mi ha detto che non hanno bisogno di viveri...». Balbetta, ha gli occhi sbarrati. Fermi su una grande pianura battuta da un vento gelido, guadiamo Menfi lontana e, oltre Menfi, una striscia di piombo: il mare. Non c´è anima viva tutt´intorno e stiamo per tornare indietro con l´automezzo riconquistato, ma improvvisamente ci troviamo circondati da dieci, venti, cento uomini. Da dove sbucano? Non ci sono case né anfratti tutt´intorno. E ora emergono dalla foschia anche donne e bambini: avanzano prima circospetti, poi sempre più audaci nella loro manovra di accerchiamento.
«Non mangiamo da quattro giorni».
«I camion non si fermano».
«Nessuno pensa a noi».
«Abbiamo pur diritto ad un pezzo di pane».
È gente di Menfi che ha abbandonato il paese ai primi crolli e non vuole tornare. Vuole il nostro pane e il nostro latte. Cominciamo a scaricare. Appena hanno in mano una pagnotta l´addentano con rabbia. La distribuzione dura un´ora e più. Quel che è rimasto lo portiamo alla scuola di Menfi dove le autorità rinserrano i pochi viveri esistenti e subito viene ordinata la chiusura dei cancelli. Come guidata dall´odore del pane, una folla crescente s´avvicina alle sbarre, preme e protesta: vuole mangiare e subito. Da Menfi torniamo a Santa Margherita dove attendono gli altri due camion della colonna. Vice prefetto e funzionari spariti, il sindaco sempre introvabile. «C´è Nenni - ci dicono - sono con Nenni». Un tale ci guarda e sorride: avvolto in un grosso cappotto sdrucito, più che pallido giallo, spettrale, sporco di polvere, con la barba ispida. Ma sì, è lui, il corrispondente del nostro giornale, il ragionier Lo Iacono: «Non ho potuto telefonare, qui non funziona niente. Spero che sarò scusato». Così dice mestamente porgendoci la mano: «Ho perduto tutto, la casa è crollata, non ho più niente e muoio di freddo» (...).
Lo Stato, la Sicilia ufficiale stanno a guardare. Non c´è un automezzo che porti lo stemma della Repubblica, niente che stia a significare la presenza della Regione autonoma. Soltanto stamattina, a Santa Margherita, è cominciata a spuntare qualche tenda, mentre ottomila persone s´aggirano notte e giorno alla mercé di se stesse.
Belice, nella memoria storica degli italiani, è sinonimo di corruzione, mafia, inefficienza dello stato.
Baracche di lamiera e miseria nera finirono in prima pagina sui giornali e sulle tv del mondo, scatenando gare di solidarietà e indignazione.
Tra i più indignati, l'intellettuale nonviolento Danilo Dolci che evidenziò lo stretto rapporto tra Democrazia Cristiana siciliana e mafia.
I miliardi stanziati per la ricostruzione (che non fu mai iniziata, al punto che ancor oggi alcune famiglie abitano quelle baracche di lamiera) sparirono.
Una pagina della nostra storia collettiva che molti vorrebbero cancellare dai ricordi. Perché scomoda. E poi, basta con questa mafia (chi ricorda il cardinale Ruffini e le sue massime?).
Per noi che non ci stanchiamo mai di ricordare, la trasmissione Fahrenheit di Radio3 Rai dedicherà la puntata di questa sera alla tragedia ed al lungo e travagliato percorso della ricostruzione.
Io, più semplicemente, riporto un articolo del giornalista dell'Ora di Palermo, Mario Farinella, corso tra i primi sul luogo del terremoto.
Viaggio nel Belice fra dramma e pietà
di Mario Farinella
giornalista del quotidiano palermitano "L'Ora"
Sono ancora sulla via del ritorno e già tutto appare labile, ondeggiante, e riesce faticoso ricollocare nella realtà le tremende e disperate immagini che chilometro dopo chilometro mi lascio dietro chiedendo a me stesso fino a qual punto possano giungere la pietà e la collera. Un viaggio di otto ore che già appare lontanissimo e fuori da ogni dimensione. Eravamo partiti stamane con l´autocolonna apprestata dal nostro giornale: tre camion carichi di pane, latte e coperte. Volevamo raggiungere i paesi devastati attraverso la strada di montagna che arrampicandosi per Corleone scende poi verso l´Agrigentino.
Entrando in ogni paese, anche in quelli più lontani dall´epicentro, sentivamo di inoltrarci dentro il cuore gelato e impazzito di intere popolazioni: deserta Corleone, quasi abbandonata Campofiorito.
Distante, gettata in fondo a una strada tortuosa e sconvolta Contessa Entellina che ha avuto la sua vittima e se ne sta ora rannicchiata nel suo terrore; Chiusa Sclafani, Giuliana, livide con la neve ammucchiata ai bordi delle strade. Ma la prima vera sensazione di tragedia, oltre che consumata, tuttora incombente, la si avverte nel vasto e desolato pianoro di Misilbesi, da dove si dipartono le strade che portano a Menfi e a Sciacca da una parte e, dall´altra, a Santa Margherita e su, poi, verso la distrutta Montevago.
È su questo pianoro che si arrestano tutti i camion dei soccorsi indecisi sulla direzione da imboccare e le centinaia di auto che giungono da ogni parte della Sicilia, dell´Italia e dell´estero piene di gente che vuol tornare ai paesi.
Lo spiazzo è presidiato dalla polizia stradale che agita la sua paletta per dare via libera, l´agente posto al centro del crocevia avverte i viaggiatori del pericolo cui vanno incontro inoltrandosi verso le zone terremotate, ma nessuno torna indietro.
Vedremo, man mano che andremo avanti nel nostro viaggio, come ci sia un dramma, ignorato fin´ora, nell´ambito della più grande tragedia: il dramma delle popolazioni che, anche se non colpite o appena sfiorate dal sisma, vagano prive di tutto per le campagne o formano raggruppamenti lungo le strade senza speranza di trovar cibo e indumenti, completamente ignorati dalle colonne di soccorso che sfrecciano dinanzi ai loro occhi dirette verso la meta funesta che è Santa Margherita.
E a Santa Margherita siamo arrivati anche noi o, meglio, la nostra auto e due camion; il terzo autocarro non si è fermato: forse perché il camionista ci ha perso di vista, forse perché terrorizzato da quel primo agghiacciante spettacolo di rovine. Fatto si è che ha filato dritto verso Montevago, ignorando forse di andare incontro ad uno scenario ancora più atroce (...). Lo blocchiamo quasi alle porte di Menfi. Al camionista chiediamo spiegazioni del suo comportamento
«Sono arrivato a Montevago - si giustifica - e il prefetto mi ha detto che non hanno bisogno di viveri...». Balbetta, ha gli occhi sbarrati. Fermi su una grande pianura battuta da un vento gelido, guadiamo Menfi lontana e, oltre Menfi, una striscia di piombo: il mare. Non c´è anima viva tutt´intorno e stiamo per tornare indietro con l´automezzo riconquistato, ma improvvisamente ci troviamo circondati da dieci, venti, cento uomini. Da dove sbucano? Non ci sono case né anfratti tutt´intorno. E ora emergono dalla foschia anche donne e bambini: avanzano prima circospetti, poi sempre più audaci nella loro manovra di accerchiamento.
«Non mangiamo da quattro giorni».
«I camion non si fermano».
«Nessuno pensa a noi».
«Abbiamo pur diritto ad un pezzo di pane».
È gente di Menfi che ha abbandonato il paese ai primi crolli e non vuole tornare. Vuole il nostro pane e il nostro latte. Cominciamo a scaricare. Appena hanno in mano una pagnotta l´addentano con rabbia. La distribuzione dura un´ora e più. Quel che è rimasto lo portiamo alla scuola di Menfi dove le autorità rinserrano i pochi viveri esistenti e subito viene ordinata la chiusura dei cancelli. Come guidata dall´odore del pane, una folla crescente s´avvicina alle sbarre, preme e protesta: vuole mangiare e subito. Da Menfi torniamo a Santa Margherita dove attendono gli altri due camion della colonna. Vice prefetto e funzionari spariti, il sindaco sempre introvabile. «C´è Nenni - ci dicono - sono con Nenni». Un tale ci guarda e sorride: avvolto in un grosso cappotto sdrucito, più che pallido giallo, spettrale, sporco di polvere, con la barba ispida. Ma sì, è lui, il corrispondente del nostro giornale, il ragionier Lo Iacono: «Non ho potuto telefonare, qui non funziona niente. Spero che sarò scusato». Così dice mestamente porgendoci la mano: «Ho perduto tutto, la casa è crollata, non ho più niente e muoio di freddo» (...).
Lo Stato, la Sicilia ufficiale stanno a guardare. Non c´è un automezzo che porti lo stemma della Repubblica, niente che stia a significare la presenza della Regione autonoma. Soltanto stamattina, a Santa Margherita, è cominciata a spuntare qualche tenda, mentre ottomila persone s´aggirano notte e giorno alla mercé di se stesse.
lunedì 14 gennaio 2008
Il risveglio della ragione laica
Ha la data del 10 gennaio 2008 in calce la petizione/appello che 67 docenti dell'università "La Sapienza" di Roma hanno inviato al Rettore. Oggetto: l'inaugurazione dell'anno accademico che quest'anno è stata affidata al papa.
A far scattare le proteste (ed anche una manifestazione anticlericale), la nota passione per la santa inquisizione di Benedetto XVI. Tra le cose che non vanno giù agli scienziati in cattedra alla Sapienza ce n’è una in particolare. «Il 15 marzo 1990 – ricordano nella lettera – ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: “All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Sono parole – sottolineano i professori – che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano».
E concludono: «In nome della laicità della scienza e della cultura, e nel rispetto di questo nostro ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».
La lettera al Rettore ha scatenato commenti, la gran parte dei quali superficiali e pretestuosi.
Ma il problema dell'intromissione del Vaticano nella vita laica dei cittadini italiani non è un'invenzione degli anticlericali nostrani. E' una realtà con la quale la politica combatte dalla breccia di Porta Pia.
In molti, laici e credenti, aspettiamo una legge sulla famiglia di fatto. E mentre aspettiamo, il papa torna sull'abolizione della legge sull'aborto.
Tanto per gradire...
E il Vaticano, direte voi, il Vaticano, cosa ha risposto all'appello dei 67 della Sapienza?
Ha parlato con la voce di Radio Vaticana che ha ricordato come La sapienza «proprio da un Papa è stata fondata, Bonifacio VIII nel 1303».
Che, detta così sembra una minaccia.
Che vogliano riprendersela indietro?
E concludono: «In nome della laicità della scienza e della cultura, e nel rispetto di questo nostro ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».
La lettera al Rettore ha scatenato commenti, la gran parte dei quali superficiali e pretestuosi.
Ma il problema dell'intromissione del Vaticano nella vita laica dei cittadini italiani non è un'invenzione degli anticlericali nostrani. E' una realtà con la quale la politica combatte dalla breccia di Porta Pia.
In molti, laici e credenti, aspettiamo una legge sulla famiglia di fatto. E mentre aspettiamo, il papa torna sull'abolizione della legge sull'aborto.
Tanto per gradire...
E il Vaticano, direte voi, il Vaticano, cosa ha risposto all'appello dei 67 della Sapienza?
Ha parlato con la voce di Radio Vaticana che ha ricordato come La sapienza «proprio da un Papa è stata fondata, Bonifacio VIII nel 1303».
Che, detta così sembra una minaccia.
Che vogliano riprendersela indietro?
venerdì 11 gennaio 2008
A proposito di oscar e santermanità
Un redazionale di santeramolive.it torna sulla questione oscar della santermanità,cavallo di battaglia del programma culturale di Sindacolillo e oggetto di polemiche in Città ed in Consiglio.
Per meglio precisare la posizione del Gruppo Consiliare del PD e fugare equivoci ho inviato la seguente lettera alla Redazione.
Spett. Redazione,
una piccola precisazione in merito all' articolo sull'oscar della santermanità.
L'intero gruppo del PD in Consiglio ha votato contro. E le motivazioni sono molto più serie della contestazione del nome oscar.
Nelle tre riunioni della Commissione Cultura, più volte ho posto l'inadeguatezza del regolamento in discussione a rappresentare la Città intera, le sue ambizioni, la sua cultura internazionale, la sua storia nazionale, senza risultati. E chiesto un bando, sulla scia di quanto fatto da moltissime Città italiane. Alla fine, in Consiglio è stata portata la versione iniziale modificata in alcuni termini. Scontato, a questo punto, il voto contrario.
Un premio non può che essere dedicato alla Città di Santeramo ed ambire a rappresentare la cultura, il lavoro, l'ingegno e l'arte santermane nel mondo.
Rinchiuderlo, come è stato fatto ad arte, attorno a poche istanze cittadine significa mortificare Santeramo, non celebrarla.
Del resto, il regolamento votato a maggioranza definisce la santermanità come "una cultura universale"! Che mortificazione!
La superficialità con la quale questa amministrazione usa le parole non ha precedenti. Nemmeno Kant ha mai unito cultura ad universale.
Tutto ciò pensato in nome e per conto di Francesco Netti. Che deprecava la miopia culturale santermana e lo scriveva nelle sue lettere.
E, guardando al futuro, non si limitava al mugugno in piazza ma contaminava se stesso con l'arte moderna proveniente dalla nuova Italia e d'oltralpe.
Chissà a quanti santermani sono tornate alla memoria le parole di Francesco Netti all'amato amico Morelli.
Per meglio precisare la posizione del Gruppo Consiliare del PD e fugare equivoci ho inviato la seguente lettera alla Redazione.
Spett. Redazione,
una piccola precisazione in merito all' articolo sull'oscar della santermanità.
L'intero gruppo del PD in Consiglio ha votato contro. E le motivazioni sono molto più serie della contestazione del nome oscar.
Nelle tre riunioni della Commissione Cultura, più volte ho posto l'inadeguatezza del regolamento in discussione a rappresentare la Città intera, le sue ambizioni, la sua cultura internazionale, la sua storia nazionale, senza risultati. E chiesto un bando, sulla scia di quanto fatto da moltissime Città italiane. Alla fine, in Consiglio è stata portata la versione iniziale modificata in alcuni termini. Scontato, a questo punto, il voto contrario.
Un premio non può che essere dedicato alla Città di Santeramo ed ambire a rappresentare la cultura, il lavoro, l'ingegno e l'arte santermane nel mondo.
Rinchiuderlo, come è stato fatto ad arte, attorno a poche istanze cittadine significa mortificare Santeramo, non celebrarla.
Del resto, il regolamento votato a maggioranza definisce la santermanità come "una cultura universale"! Che mortificazione!
La superficialità con la quale questa amministrazione usa le parole non ha precedenti. Nemmeno Kant ha mai unito cultura ad universale.
Tutto ciò pensato in nome e per conto di Francesco Netti. Che deprecava la miopia culturale santermana e lo scriveva nelle sue lettere.
E, guardando al futuro, non si limitava al mugugno in piazza ma contaminava se stesso con l'arte moderna proveniente dalla nuova Italia e d'oltralpe.
Chissà a quanti santermani sono tornate alla memoria le parole di Francesco Netti all'amato amico Morelli.
mercoledì 9 gennaio 2008
Il Vangelo Secondo Matera” di Domenico Notarangelo
Sabato 12 gennaio ore 18.00
Mediateca Provinciale di Matera “A. Ribecco”
Palazzo dell’Annunziata – p.zza Vittorio Veneto
Sarà presentato sabato 12 gennaio il volume “Il Vangelo secondo Matera” di Domenico Notarangelo, edito da “Città del Sole Edizioni” in collaborazione con la Mediateca Provinciale di Matera “ A. Ribecco”.
Nel volume “Il Vangelo secondo Matera” Domenico Notarangelo racconta quell’esperienza che lo vide protagonista di un rapporto di amicizia e di collaborazione con Pier Paolo Pasolini, e lo fa con note cariche di orgoglio conservate lucidamente per quattro decenni, e che ora aggiungono nuovi particolari sul pensiero e sulla sensibilità del grande regista.
L’autore di questo libro propone anche una lettura nuova e ardita della città dei Sassi che ospitò le scene più importanti della passione, morte e resurrezione di Gesù, sostenendo a ragione che Matera si propose quarant’anni fa come una nuova Terra Santa, avendovi Pasolini trovato quel che aveva cercato invano in Palestina. Fra le grotte dei Sassi, invece, resisteva ancora la grandiosità del paesaggio biblico delle predicazioni di Cristo, c’erano anche la luce e i suoni di Gerusalemme, e soprattutto esistevano i volti fra i quali Gesù camminò e ai quali si rivolse duemila anni prima per predicare il nuovo verbo. Insomma, approdandovi per girare il suo “Vangelo”, Pasolini candidava Matera al nuovo ruolo di Terra Santa.
E infatti il suo film aprì la strada ad altri registi che nei decenni successivi arrivarono ad ambientarvi film sui temi biblici. Come Mel Gibson che quarant’anni dopo ha ricalcato le orme di Pasolini girando sugli stessi luoghi materani “The Passion”.
Notarangelo non c’era sul set del regista americano, non volle esserci per scelta, forse per non contaminare la purezza e l’intensità della memoria che aveva custodito nell’anima per così lungo tempo. Ha preferito raccogliere la testimonianza di quell’esperienza dalla voce di suo figlio Antonio che collaborò con Gibson. E dalle foto scattate dal figlio e dai collaboratori della Blu Video ne ha scelto alcune per accostarle in questo libro alle sue del 1964: non per accendere paragoni o per marcare le differenze, ma per datare due epoche molto diverse fra loro.
Interverranno:
Emilio Nicola BUCCICO Sindaco di Matera
Filippo BUBBICO Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico
Giampaolo Vittorio D'ANDREA Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali
Maria ANTEZZA Presedente del Consiglio Regionale di Basilicata
Vincenzo FOLINO Assessore della Giunta regionale di Basilicata
Carmine NIGRO Presidente della Provincia di Matera
Vincenzo MALFA Direttore della Mediateca Provinciale di Matera
Antonello TOLVE Docente Università di Salerno
Alfonso AMENDOLA Docente Università di Salerno
Franco ARCIDIACO Editore
Domenico NOTARANGELO Autore
Rocco BRANCATI moderatore
Testo, foto e fonte: www.sassilive.it
Iscriviti a:
Post (Atom)