Resta uno dei nodi irrisolti quello dell'informazione nella nostra Città. Alla quantità considerevole di mezzi disponibili non sempre corrisponde quella qualità da molti auspicata.
Un esempio.
Martedì scorso, il consiglio comunale ha discusso del PIT e delle attività dell'Ufficio Unico PIT di Santeramo. L'opposizione chiede spiegazioni sulla presenza, tra i CoCoCo assunti a gennaio, di parenti ed amici della maggioranza. Le risposte evasive del Sindaco (compreso l'invito rivolto ad un consigliere ad occuparsi d'altro) portano l'opposizione a definire quel concorso un macigno sulla credibilità dell'ufficio PIT e sulla sua gestione.
In termini giornalistici, questa è quella che si definisce una notizia da non bucare.
Ed invece, nessuno ne parla. Nè SanteramoLive, nè TRC, televisione locale.
Così come nessuno dei due riporta l'assenza dai banchi della maggioranza dell'intero gruppo consiliare di Primavera Azzurra.
Doppio buco.
Con buona pace della deontologia professionale. E del diritto della Città ad essere informata di tutto quanto accade quotidianamente.
Un principio base della democrazia che cozza, troppo spesso, con le necessità politiche degli editori.
Ma si sa, di questi tempi i principi sono una noiosa nenia comunista.
Scommettiamo che si offendono?
Un esempio.
Martedì scorso, il consiglio comunale ha discusso del PIT e delle attività dell'Ufficio Unico PIT di Santeramo. L'opposizione chiede spiegazioni sulla presenza, tra i CoCoCo assunti a gennaio, di parenti ed amici della maggioranza. Le risposte evasive del Sindaco (compreso l'invito rivolto ad un consigliere ad occuparsi d'altro) portano l'opposizione a definire quel concorso un macigno sulla credibilità dell'ufficio PIT e sulla sua gestione.
In termini giornalistici, questa è quella che si definisce una notizia da non bucare.
Ed invece, nessuno ne parla. Nè SanteramoLive, nè TRC, televisione locale.
Così come nessuno dei due riporta l'assenza dai banchi della maggioranza dell'intero gruppo consiliare di Primavera Azzurra.
Doppio buco.
Con buona pace della deontologia professionale. E del diritto della Città ad essere informata di tutto quanto accade quotidianamente.
Un principio base della democrazia che cozza, troppo spesso, con le necessità politiche degli editori.
Ma si sa, di questi tempi i principi sono una noiosa nenia comunista.
Scommettiamo che si offendono?
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