martedì 13 maggio 2008

Se vi sembran pochi...

Qualcosa non funziona nel mondo dell'informazione nazionale. Se per duemila lavoratori di Malpensa è caduto un governo, ha avuto un exploit la Lega Nord e nascono come funghi cordate in aiuto di una crisi irreversibile, per la crisi del settore del divano, nella nostra area appulo-lucana, non si è mosso nulla di così importante. Ed i numeri di un disastro annunciato sono di cinque volte maggiori rispetto al lombardo.
Alle preoccupazioni sindacali e dei lavoratori hanno risposto solo le Istituzioni locali e regionali.
Assenti le testate giornalistiche nazionali, i programmi televisivi di inchiesta giornalistica, i talk show, insomma tutto quello che in Italia fa informazione.
Una cappa di silenziosa indifferenza, quasi le braccia e le menti dei nostri operai valgano meno, molto meno dei lavoratori padani.
Dovrebbe servire a rompere questo silenzio l'iniziativa presa dai sindaci del territorio di incontrarsi, insieme ai consigli comunali ed alle Istituzioni lucana e pugliese, in un consiglio intercomunale da tenersi a Matera, probabilmente venerdì 16 maggio.
Lanciando tutti insieme un grido di preoccupazione per quella che potrebbe diventare, senza adeguati interventi, una vera catastrofe per l'area della Murgia barese-tarantina-materana.
Il comunicato diramato dalle OO.SS. della Natuzzi SpA il 9 maggio scorso chiama direttamente in causa la principale azienda produttrice di divani, accusata di non volere divulgare il piano industriale, nonostante la Regione Puglia lo richiami a gran voce per concordare, insieme all'azienda, gli interventi necessari.
L'assenza, o meglio la difficoltà a rendere pubblico il piano industriale lascia dubbiosi sindacati, lavoratori e politica.
Ed il timore, neppure tanto nascosto, è che l'azienda voglia liberarsi definitivamente di migliaia di lavoratori senza pagarne il fio, trasformandosi in una azienda di concept e marketing per la produzione di divani. Soluzione che non necessita, per realizzarsi, di più di cinquecento lavoratori.
Una soluzione "moderna" che lascia sul territorio solo il made in Italy.
Un patrimonio di conoscenze costruito con l'apporto di oltre 15mila lavoratori che viene messo da parte.
Per questi numeri, altrove si sarebbe mosso un mondo intero.
Per molto meno, è caduto un governo.
Dovremmo tutti alzare la voce e far sentire il disagio che ci sta corrodendo dentro.

Nell'incontro con il Sindaco di Santeramo di venerdì scorso ho proposto di mostrare, forte, la dignità delle Istituzioni Locali, spingendo la Natuzzi SpA, nello specifico, e le altre imprese produttrici ad assumersi in prima persona le responsabilità che gli competono.
Perché il territorio, con gli uomini e le donne che lo hanno fatto crescere, non può essere solo una mucca da mungere, ma un patrimonio di sapere da difendere.
Ed ho proposto di acquistare, i Comuni insieme, una pagina intera del Corriere della Sera dove raccontare la paura per il presente e la preoccupazione per il futuro di circa 10mila famiglie.
Lanciando, così, la crisi del divano sul piano nazionale.
Ad oggi, nessuna delle due proposte sembrano sul tavolo dei Sindaci.
Chissà se nel consiglio intercomunale avrò modo di riproporle.

Ps. Questa mattina i consiglieri comunali all'opposizione di Santeramo hanno protocollato una richiesta di convocazione del consiglio comunale con all'OdG la discussione sulla Cassa integrazione alla Natuzzi e sulla crisi del settore. Serve un pronunciamento forte della nostra Città visto che, a Matera, più che una testimonianza non è possibile.

1 commento:

Marco ha detto...

...
trovare le parole per commentare quello che scrivi significa andare a sbattere contro un muro che anche noi stessi operai abbiamo creato sull'argomento! Sembra quasi che tutti abbiano paura di rendersi conto che stiamo andando incontro ad un disastro enorme!
Davvero..sono senza parole. Spero che chi le abbia possa proferirle a questo consglio intercomunale e l'idea della pagina sul Corriere è molto ma molto buona!