martedì 20 maggio 2008

Oggi come ieri?

"Sudici, pigri, infidi, disonesti: i peggiori stereotipi legati all'immagine degli zingari circolarono tanto più diffusamente nella Germania hitleriana, quanto più l'ideologia nazista era fondata sul mito della purezza della razza e sull'incubo rappresentato dai cosiddetti asociali. Alla prova dei fatti, i pregiudizi negativi non mancarono di tradursi in pratiche discrminatorie e persecutorie."
E' l'inizio della recensione di Sergio Luzzatto al libro "La persecuzione nazista degli zingari" di Guenter Lewy (Einaudi Editore), uno studio approfondito e documentato sui meccanismi ideologici e politici che portarono decine di migliaia di zingari europei a morire nei campi di sterminio.
La figura del gitano ha sempre tenuto insieme due sentimenti contrapposti: quello romantico del senza confini, ribelle quanto basta per far sognare e astuto sfruttatore dei ricchi; quello poliziesco del furfante, assassino, ladro di bambini e cavalli, uomo senza scrupoli abile col coltello.
Nella memoria di molti adulti di oggi è incisa profondamente la frase, detta dalle mamme e dalle nonne durante capricci interminabili: se non la smetti ti dò agli zingari!
Frase che ha nutrito secoli e secoli di pregiudizi e paure.
E che sarà presente nelle agitate notti di leghisti e fascisti al governo di questa Italia dimentica di quanto subìto in America agli inizi del Novecento (leggere G.A. Stella, L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi).
Anche se non sembrano inventarsi nulla di nuovo se, nel 1899, in Baviera, viene istituito un ufficio di coordinamento degli interventi contro gli zingari, con il compito di segnalarne la presenza sul territorio, controllarne i documenti, le proprietà, fotografarli e schedarli.
Per deportarli, via, lontano dalle civili Germania ed Austria.
Così, oggi, gli zingari sono tornati ad essere un problema di polizia.
E se ne propone la deportazione oltre gli italici confini.
Come ieri.
Come sempre.

1 commento:

Apocalisse ha detto...

Anche se gli argomenti dei post cambiano, i miei commenti agli stessi no !!

Purtroppo si ricade nello stesso "vizio" : l' IGNORANZA !!

La vorrei argomentare così la questione, sul risvolto scientifico, dato che da quello umanistico spesso ha delle scappatoie semantiche o interpretative : nella genetica delle popolazioni, la specie priva di "variabilità genetica" (proprio ciò che propugnavano i fautori della "famosa" razza ariana) è destinata a crollare sotto il suo stesso peso, poichè non può raggiungere quella che è chiamata "eterosi" (sinnergia originata dall'unione di due patrimoni genetici differenti), che porta l'individuo ad un livello maggiore di resistenza.

In questo caso calza a pennello la frase : "Ai posteri l'ardua sentenza" !!