E' un documento tutto rivolto agli interessi delle aziende, quello che ha visto la luce venerdì scorso a Matera.
Eppure, in mattinata, durante la seduta allargata del consiglio comunale di Santeramo, tutti i Sindaci intervenuti hanno sparato ad alzo zero contro le pretese delle aziende produttrici di divani della murgia barese-tarantina di considerarsi soli ed unici soggetti in questa lunga e pericolosa crisi del settore.
Come sempre accade a DivanCity, i lavoratori sono un mero orpello.
E mentre tutti si sbracciano contro la cassa integrazione selvaggia e senza prospettive di rientro avviata dalla Natuzzi SpA, sui tavoli che contano, dove le scacchiere politiche "nazionali" contano più di 2400 vite, si accetta un'analisi della crisi modestissima e di parte.
Dal documento, salvo veloci e scarni richiami alle preoccupazioni dei sindaci, è sparito il termine lavoratore sostituito (ah... le temps, recitava il poeta!) da quello azienda.
Che chiede, come sempre ha fatto, soldi e sgravi al governo senza presentare uno straccio di piano aziendale per il futuro dell'intera area.
E mai che una sola lira di quei finanziamenti sia andata al futuro dei lavoratori.
Oggi, con la situazione precipitata ad un punto di pericoloso non ritorno, le aziende chiamano a raccolta la politica perché si faccia carico delle loro esigenze.
Ancora una volta, la palla alla politica.
La Regione Puglia, finalmente, ha risposto che, senza piano industriale, niente soldi, solo ammortizzatori per i lavoratori.
Una posizione seria che contrasta con le strane resistenze delle aziende a rendere pubbliche le strategie per il futuro.
Sentiremo le opinioni del governo e dei suoi numerosi sottosegretari.
E, se saremo fortunati, anche quelle dell'informazione pubblica.
E, in tutto questo vociare, i lavoratori e le famiglie, ancora una volta, assistono a quello che altri decideranno sul loro futuro.
Eppure, in mattinata, durante la seduta allargata del consiglio comunale di Santeramo, tutti i Sindaci intervenuti hanno sparato ad alzo zero contro le pretese delle aziende produttrici di divani della murgia barese-tarantina di considerarsi soli ed unici soggetti in questa lunga e pericolosa crisi del settore.
Come sempre accade a DivanCity, i lavoratori sono un mero orpello.
E mentre tutti si sbracciano contro la cassa integrazione selvaggia e senza prospettive di rientro avviata dalla Natuzzi SpA, sui tavoli che contano, dove le scacchiere politiche "nazionali" contano più di 2400 vite, si accetta un'analisi della crisi modestissima e di parte.
Dal documento, salvo veloci e scarni richiami alle preoccupazioni dei sindaci, è sparito il termine lavoratore sostituito (ah... le temps, recitava il poeta!) da quello azienda.
Che chiede, come sempre ha fatto, soldi e sgravi al governo senza presentare uno straccio di piano aziendale per il futuro dell'intera area.
E mai che una sola lira di quei finanziamenti sia andata al futuro dei lavoratori.
Oggi, con la situazione precipitata ad un punto di pericoloso non ritorno, le aziende chiamano a raccolta la politica perché si faccia carico delle loro esigenze.
Ancora una volta, la palla alla politica.
La Regione Puglia, finalmente, ha risposto che, senza piano industriale, niente soldi, solo ammortizzatori per i lavoratori.
Una posizione seria che contrasta con le strane resistenze delle aziende a rendere pubbliche le strategie per il futuro.
Sentiremo le opinioni del governo e dei suoi numerosi sottosegretari.
E, se saremo fortunati, anche quelle dell'informazione pubblica.
E, in tutto questo vociare, i lavoratori e le famiglie, ancora una volta, assistono a quello che altri decideranno sul loro futuro.
3 commenti:
Non avevo alcun dubbio..sic!
Da quel poco che ho potuto ascoltare in tv, mi è apparso, ancor più sconcertante, un dato che credo sia inconfutabile : Ma quanto sono ignoranti coloro che dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) rappresentarci politicamente ?!?
Ovviamente questa è una domanda retorica, alla quale, però, è necessaria una precisazione.
Si è sentita solamente una ripetuta e continuata lamentela che vedeva, come bersaglio le imprese e sembrava quasi che le "vittime" fossero i "nostri" politici.
Sono stati pochissimi, a quanto mi risulta, coloro che hanno cercato, seppur stentando (questo solo perchè non sono economisti, ma semplicemente piccoli burocrati), di proporre qualcosa di realmente concreto ... tutti gli altri si sono cullati in quel limbo che è lo scarica barile delle responsabilità e il tango de "L'avevo detto io..." oppure "Io in passato ho fatto..." che poco, anzi niente affatto, riguardava l'attuale circostanza.
Non è possibile essere rappresentati da questi individui, senza nè arte nè parte !!
Mi sento chiamato in causa...
Ma voglio ricordare che gli eletti sono tali proprio perché ce li mandiamo noi sugli scranni. E se li scegliamo più simili a Calderoli che a Calamandrei, a chi dar la colpa?
Quello che ha reso inutile l'assise congiunta dei consigli comunali a Santeramo è stato l'ordine dei lavori, partorito da un'assise preventiva dei sindaci.
Che, dicono loro, preoccupati che tutto durasse una vita ha suggerito misure restrittive: due interventi per consiglio comunale (uno di maggioranza ed uno di opposizione) non superiori a cinque minuti; due rappresentanti per consiglio in una commissione che realizzasse un documento unitario (sorpresa, sorpresa: basandosi su una bozza già realizzata dagli stessi sindaci...!!).
Avremmo voluto parlare tutti.
Io, ad esempio, avrei detto, potendolo dire, cose diverse (come quelle scritte nel mio post sull'argomento), ma ho accettato di uniformarmi ad una posizione comune dell'opposizione in consiglio.
Certo, perché non ricordare a quanti, decenni fa, mi insultavano pubblicamente perché sostenevo la pericolosità della monocultura produttiva che il divano aveva realizzato?
La politica dovrebbe anticipare i tempi, leggere oltre il contingente dei bisogni, studiare i pericoli insiti nelle azioni fatte oggi per le generazioni future...
Agli inizi deglia anni Novanta, per aver detto che avremmo dovuto superare "divania" ho perso amici carissimi. Spero, oggi, di ritrovarli al mio fianco.
Certo, sentire sindaci di destra (e qualcuno piuttosto qualunquista di professione...) fare la parte di agitatori politici e guidare l'indignazione delle città contro le aziende, concordo con apocalisse, fa' venire i brividi.
Queste sono le stesse persone che hanno consentito che il sindacato sparisse dalle aziende, concedendo tutto (Altan distribuirebbe ombrelli a iosa...) a grandi e piccoli "industriali".
Buoni quando devono indirizzare i voti. Cattivi quando il sentimento popolare li indica come nemici.
Una vita a schiena piegata.
Ps. La proposta, l'unica decente, è quella che le aziende rendano pubblici i piani aziendali. con quelli si programma la riconversione e si scongiura la mobilità degli operai.
Senza, molti vanno a casa.
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