Ci sarà pure un momento in cui finirà questo stillicidio continuo di morti sul lavoro. E' insopportabile. Ma, ancora di più, lo è la normalità con la quale le accettiamo nella totalità delle cose che ci capitano in una giornata.
Voglio ricordare i nomi degli ultimi caduti, per non dimenticarli: Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Bruno Santino, i quattro operai morti nel rogo scoppiato mercoledì notte dentro l'acciaieria ThyssenKrupp di Torino. Dove tutto era ok, come ci fa sapere l'azienda.
Peccato che obbligava loro a quattro ore di straordinario al giorno per mettere insieme, a fine mese, una paga che permettesse di vivere.
Con dignità.
Dignità che non ho mai trovato nei consigli di amministrazione di queste grandi aziende italiane, tenute in vita da denaro pubblico e che non si vergognano di mostrasi sprezzanti perfino davanti alle morti più atroci.
Penso all'ILVA di Taranto, con tutti quei morti, uno stillicidio settimanale; all'Enichem di Portomarghera, che nega la dignità ai suoi operai intossicati da un lavoro canceroso; penso ai lavoratori delle migliaia di ditte edili sparse sul territorio italiano, senza sicurezza e diritti, caduti misteriosamente da molte impalcature. E mi chiedo come possano, i consigli di amministrazione, dormire sonni tranquilli con tutte quelle morti sulla coscienza.
Ma sono domande oziose, da passatista, da chi disturba il manovratore.
Meglio che mi occupi dell'effimero, mi consigliano: per vivere bene, staccare la spina al cervello.
Spero solo che la ThyssenKrupp di Torino si comporti con dignità. Ne abbiamo bisogno.
Altrimenti tornerà, ancora una volta, la sensazione di perdere, giorno dopo giorno, morte dopo morte, irrimediabilmente, una parte di quell'Italia che abbiamo amato e difeso: solidale, responsabile, civile.
Questa Italia nata con il marchio Berlusconi, dalla ricchezza facile, arrogante, prepotente, indifferente a tutto, preoccupata solo dell'oggi, fa schifo. Perché ci consegna dolore, sofferenze e morti strazianti e violente.
Chissà se ritroveremo mai l'innocenza di una volta.
Stamattina, nel passare con l'auto accanto alla Termosud ho pensato ai miei amici operai. E sperato che non tocchi loro mai.
Nel frattempo qualcuno ha aperto un conto corrente bancario per aiutare le famiglie dei caduti sul lavoro alla ThyssenKrupp di Torino: Unicredit lancia attraverso le proprie banche una raccolta fondi a favore dei familiari delle vittime. I fondi saranno raccolti a partire da lunedì 10 su un conto corrente speciale dedicato (n° 41125701 - abi 02008 - cab 01046) che è stato aperto nella sede di UniCredit Banca di Via XX Settembre, a Torino.
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